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La Listeriosi in gravidanza: rimedi e cure

di mammenellarete - 13.02.2009 - Scrivici

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Oltre a infezioni note come la toxoplasmosi è importante fare attenzione a un altro tipo di batterio che potrebbe nuocere al feto durante i nove mesi di gestazione. Il batterio di cui stiamo parlando è il Listeria monocytogenes, responsabile della Listeriosi, spesso contratta al terzo trimestre di gravidanza. Questo tipo di infezione è spesso asintomatica, ma alcuni segnali di presenza del batterio all’interno dell’organismo possono essere simili ai sintomi di una banale influenza. Tuttavia, se il malessere generale persiste, è bene fare dei controlli più approfonditi.

Quali danni può causare questo batterio?

 

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Il batterio causa della listeriosi in gravidanza può causare danni al feto tanto da causare un parto prematuro o una morte fetale intrauterina. In caso di nascita del bambino, la listeriosi neonatale (quindi a 28 giorni circa dalla nascita del piccolo) può manifestarsi con setticemia, crisi respiratore e meningite.

 

Sebbene i rischi siano alti, sono sufficienti alcuni accorgimenti per evitare di entrare a contatto con il batterio che, solitamente, si trasmette tramite alimenti.

 

Il batterio resiste al freddo, ma non alle alte temperature: bastano pochi minuti di cottura per eliminarlo dai cibi in cui è presente. Eliminare i cibi da assumere senza cottura (formaggi, verdure crude, frutti di mare, cibi affumicati, insaccati) andrebbero eliminati.

 

Nel caso in cui si contraesse la listeriosi, quali sono le cure a cui sottoporsi?

 

 

Nel caso in cui non si riesca a prevenire l’infezione, è possibile curarsi. La diagnosi si basa sui sintomi e sull’isolamento del microrganismo da sedi normalmente sterili, come il sangue, il liquido cefalorachidiano o il liquido amniotico. La terapia antibiotica, prescritta dal medico, prevede l'utilizzo di ampicillina, aminoglucoside o trimetoprim-sulfametoxazolo e deve essere proseguita anche per molte settimane nei casi più gravi.

 

Il trattamento prevede terapia antibiotica prescritta dal medico; l’unico problema importante è quello di individuarla in modo tempestivo, onde evitare che questa possa trasmettersi al feto.

 

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