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Io ho scelto di non fare l'amniocentesi

di mammenellarete - 25.08.2015 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Sono rimasta incinta a 38 anni. Di prassi il ginecologo mi ha chiesto se volevo fare l'amniocentesi. Ho risposto di no però lo ammetto poi ho avuto tanta paura che ci fosse qualche problema

In questo articolo

Giunti a 35 anni, io e mio marito iniziammo a desiderare un figlio. Nel giro di pochi mesi rimasi incinta. Non ci credevo. Invece aspettavo un bambino! Eravamo tutti felici, ma dopo qualche giorno, ebbi delle perdite ematiche.

Andai di corsa in ospedale. I valori erano troppo bassi. Il piccolo non cresceva. Fui ricoverata, finché un giorno mi dissero che non c'era più il battito. Piansi a dirotto. Mi dissero che mi avrebbero fatto il raschiamento e così fu.

Tornai a casa con un enorme vuoto dentro. Non ebbi pace per molto tempo. Per un periodo non me la sentii di riprovare. Arrivata a 38 anni, mi decisi. Ma il bambino non arrivava. Il mio ginecologo mi fece fare la stimolazione ormonale.

Era tutto perfettamente programmato, ma la terapia non funzionò. Allora decidemmo di prenotare una fecondazione assistita. Io non volevo arrendermi. Mi dissi che le avrei tentate tutte, poi se non arrivava... niente. Dopo qualche mese, quando già avevamo perso le speranze, ebbi un ritardo di 10 giorni.

La mia gravidanza tanto desiderata

Ero molto scettica, feci il test di gravidanza ma senza convinzione. E invece scoprii di essere incinta. Ci fu tanta gioia, ma anche paura che qualcosa potesse andare storto. Non dicemmo niente né a parenti né ad amici. Il ginecologo mi mise a riposo assoluto. Avevo paura di tutto.

Ero terrorizzata. Invece le cose andarono bene e il bambino cresceva perfettamente. Come a tutte le donne al di sopra dei 35 anni di età, fu proposta anche a me l'amniocentesi. Io, essendo di famiglia religiosa, rifiutai. Anche se a dire il vero, con l'ansia che avevo, ero tentata di farla.

I miei erano tutti contrari e io stessa sarei stata contraria d'altronde all'aborto, nel caso il mio bambino avesse avuto dei problemi.

Alcuni mi dicevano: "Si fa non per abortire, ma per sapere". Io sinceramente trovo che non sia necessario eseguire l'amniocentesi a tutti i costi.

L'ansia arrivò al massimo. Decisi lo stesso, assieme a mio marito, di non farla, anche perché, comunque sarebbero andate le cose, avrei tenuto il bambino a prescindere. Non avrei potuto vivere con un rimorso così grande, non avrei mai potuto uccidere mio figlio, il mio stesso sangue, quel cuoricino che batteva già dentro di me. Il mio pancione era già così grande... No, non potevo.

I medici mi misero molta ansia, dicendomi che avevo un'età a rischio. Non vi nego la paura di arrivare fino all'ultimo e di non sapere come stava il mio piccolo. Prima di partorire ero terrorizzata e pensavo: "Ma come sarà il mio bambino?"

Comunque ci pensavo, certo che ci pensavo... Poco dopo il parto, quando ho visto mio figlio che piangeva, ho provato la sensazione più forte e bella della mia vita. Mio figlio stava bene. Era sanissimo.

Ho pregato tanto per lui e devo dire che il Signore mi ha premiato. Qualcuna di voi ha vissuto la mia stessa esperienza e la pensa come me?

di Cinzia

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Aggiornato il 17.08.2020

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