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Il reflusso gastroesofageo in gravidanza

di mammenellarete - 24.08.2009 - Scrivici

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Cos’è quel persistente bruciore di stomaco e quella sensazione di risalita di cibo e succhi gastrici? È il reflusso gastroesofageo. Le donne in gravidanza sono più soggette e molte volte l’intensità del fastidio è parecchio intensa e mette a dura prova i nervi e la resistenza della donna.

Cos’è e perché si manifesta soprattutto in gravidanza?

Come apprendiamo dal sito dedicato al reflusso gastroesofageo, in gravidanza questo fenomeno tende a verificarsi maggiormente intorno al terzo trimestre, ma in molti casi compare anche dai primi mesi di gestazione.

Le motivazioni principali che comportano al comparsa di questo fastidio in gravidanza sono:
- L’ingrossamento dell’utero: l’utero preme sullo stomaco spingendolo verso l’alto e provocando una disfunzione della valvola presente tra esofago e stomaco. Questa chiusura potrebbe non tenere bene e far penetrare il contenuto acido dello stomaco nell’esofago, irritandolo e innescando la sensazione di bruciore. Ovviamente compare nei mesi finali della gestazione, in concomitanza con il maggiore ingrossamento dell’utero;

- Cambio equilibrio ormonale: uno degli ormoni che aumenta la sua produzione durante la gravidanza è il progesterone che aiuta lo sviluppo dell’embrione. Inoltre, questo ormone rilassa la muscolatura della valvola presente tra esofago e stomaco e provoca lo stesso meccanismo su citato con riversamento di materiale acido dello stomaco, nell’esofago.
Come faccio ad accorgermi se soffro di reflusso?

I sintomi maggiormente evidenti sono il bruciore alla bocca dello stomaco, che si avverte come un dolore, anche intenso che può interessare anche la gola, il collo e le spalle sin dietro allo sterno. Un dolore che stringe la gola e tutta la zona interessata.
I succhi gastrici essendo acidi, risalgono attraverso l’esofago e provocano questa sgradevole sensazione, intaccando i tessuti delicati del l’esofago stesso.

Il bruciore interno può essere accompagnato anche da rigurgito che interessa proprio la risalita del materiale attraverso l’esofago. Altro sintomo, come suggerisce il sito reflusso.net, è l’ ipersalivazione: la saliva contiene bicarbonato, sostanza capace di contrastare l’acidità.
La presenza di maggiori succhi gastrici stimola l’organismo a produrre, per questo motivo, maggiore saliva e combattere l’acidità.
La cura del reflusso gastroesofageo

In gravidanza, per problemi del tutto gravi ed urgenti, si sconsiglia l’uso dei farmaci.

Per curare questo tipo di fastidio, è bene interessarsi alla prevenzione.

La probabilità di soffrire di reflusso in gravidanza è elevato, ecco quindi alcune regole per combatterlo e prevenirlo:

- Non sdraiarsi subito dopo aver mangiato perché tale posizione rallenta la digestione e mette i succhi gastrici, nelle condizioni di risalire verso l’esofago, a maggior ragione che ci si trova in una condizione fisica (la gravidanza) abbastanza favorevole alla sua comparsa. Si consiglia di far passare almeno la fase della digestione;

- Quando si soffre di reflusso e si avverte la sensazione della risalita di acidità, è bene dormire con il cuscino elevato (almeno di una ventina di centimetri) che poggia sulla spalliera del letto, per favorire la discesa dei succhi;

- Non utilizzare vestiario troppo stretto sulla vita che esercitando una pressione sull’addome potrebbe costringere lo stomaco a risalire e provocare il disturbo;

- Evitare gli sforzi a stomaco pieno.

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