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Il mio parto cesareo a 36 settimane: "niente è impossibile"

di mammenellarete - 24.06.2014 - Scrivici

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Vi racconto la mia storia, perché sia per molti una spinta a non mollare mai. A 17 anni scopro di avere una malformazione all’utero e i medici mi fanno mille diagnosi diverse: utero didelfo, utero bicorne, setto uterino. Ma non ottengo nessuna risposta davvero esaustiva. Comincio allora a sentire le opinioni di tanti ginecologi, che mi dicono tutti la stessa cosa: “così non potrai avere figli”! Potete immaginare la mia rabbia e la mia paura! Io, che ho sempre desiderato fare famiglia, avere un bambino... In più in quel periodo conosco l’uomo della mia vita, quello che in seguito diventerà mio marito, come faccio a dirgli che, forse, mettendosi con me, non avrebbe assaporato la gioia di diventare padre? Armata di coraggio, gli racconto tutto e per fortuna lui non scappa, anzi mi resta vicino e decide di seguirmi nel mio percorso.

Dopo una serie di esami, il dottore mi prospetta un operazione, ma rimanda sempre e mi suggerisce di andare fuori dalla mia terra, spillandomi un po’ di soldi senza venire a capo di nulla. Quindi, stanca di tutto ciò, decido di lasciar stare la cosa e di pensarci in futuro. Così, penso alla mia vita da giovane donna, mi iscrivo all’università, mi laureo, trovo lavoro e mi sposo.

 

In seguito ricomincio seriamente a pensare al mio problema, cambio dottore e quest'ultimo mi indirizza in un centro specializzato. Prendo appuntamento con il primario, che ci fa una serie di domande e poi mi fa fare un test di gravidanza per sicurezza, visto che ho un giorno di ritardo. Infine mi fa un visita approfondita e decide che l’unica cosa possibile è una operazione!

 

Mi spiega meglio il da farsi quando arriva il risultato del test: POSITIVO, sono incinta! Sgomenti, io e mio marito ci guardiamo negli occhi e non sappiamo se ridere o piangere, anche perché il dottore ci dice che molto probabilmente la gravidanza verrà interrotta e sarà questione di tempo. L’unica cosa da fare è mettersi nelle mani del Signore e sperare, magari, che farà un eccezione, così come ha fatto nel farmi rimanere incinta visto che i dottori lo reputavano praticamente impossibile!

 

Cauti e un po’ spaventati, lo diciamo ai nostri genitori e decidiamo di non dirlo a nessun altro per i primi tre mesi, sempre se ci arriviamo… Passano i primi mesi, il terzo, il quarto e comincio ad essere più positiva, mi godo la gravidanza e, non avendo nessun tipo di problema, lavoro fino all’ottavo mese.

 

Giunta alla 36esima settimana, al nono mese, mi si rompono le acque e, vista la posizione podalica della bambina, mi fanno un cesareo e alle 21.28 del 1° ottobre nasce la mia piccola principessa: 2860 kg di infinita dolcezza.

 

Oggi ha 9 mesi e ha riempito le nostre vite di amore. Quindi non bisogna mai perdere la speranza, perché niente è impossibile.

 

di mamma Mariangela

 

(storia arrivata all'email nostrofiglio@redazione.it)

 

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