Non riesco ancora a parlarne, sono passati 3 anni e 2 mesi e ancora non ci riesco... ma forse è arrivato il momento di scrivere. Scrivere per buttar fuori un'infinitesima parte del mio dolore che so, non mi abbandonerà mai del tutto.
La mia storia inizia con il desiderio di diventare mamma, arrivato così, all'improvviso, e dopo pochissimo il test di gravidanza positivo. Siamo al settimo cielo.
Una gravidanza bellissima... la pancia inizia a farsi vedere... i primi calcetti... è un maschietto... scegliamo il nome...
Arriva la morfologica
Poi la morfologica: "Signora, c'è qualcosa che non va, facciamo altri accertamenti". Dopo una settimana di angoscia e speranza la terribile conclusione, si tratta di una grave malformazione al cervello.
E ora? "Dovete decidere cosa fare. Avete poco tempo". Per la legge italiana non si può interrompere dopo il sesto mese.
Come si fa a prendere una decisione del genere? E come si fa a chiedere di farlo in due giorni?
E così abbiamo deciso, per noi e per lui. Non entro nel dettaglio del ricovero e del parto, ma da quel giorno qualcosa in me si è rotto, una parte di anima l'ho lasciata in quell'ospedale. Ne esco distrutta, talmente fragile che con un soffio mi puoi spazzare via. I mesi che seguono sono annebbiati, sopravvivo.
Dentro il mio cuore urla che ho tre figli
L'anno dopo arriva la mia bimba arcobaleno, Diletta, e da due mesi anche Ettore è entrato a far parte della nostra famiglia. Sono perdutamente innamorata di loro! Sono la mia gioia e mi hanno fatto tornare la voglia di vivere!
Sono felice? Si...
Ma quando mi chiedono quanti figli ho la mia risposta è due, ma dentro il mio cuore urla tre, perché lui è sempre con me.
Una mamma
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