Per valutare in modo più approfondito si ricorre all’ecocardiografia che rivela l’80-90% dei difetti a carico del cuore. Ciò permette di poter intervenire in tempi debiti e cominciare, eventualmente, già una terapia intrauterina mentre il piccolo è ancora in grembo, somministrando farmaci, oppure programmando il parto in un ospedale dotato di reparto di cardiochirurgia pediatrica.
Ma in quali casi va effettuato questo esame particolare?
Sicuramente se vengono a presentarsi dei fattori che aumentano il rischio di anormalità cardiache, come:
- quando esistono delle malformazioni cardiache in famiglia, ad esempio a carico della mamma, del papà del piccolo, oppure se la coppia che sta per avere il bambino ha già un figlio che soffre di cuore;
- quando la mamma ha contratto malattie infettive come la rosolia, se è affetta da diabete che necessità dell’assunzione di insulina;
- quando l’ecografia morfologica ha già destato sospetti di malformazioni a carico del cuoricino;
- quando ci si trova di fronte ad una gravidanza gemellare e i due feti monozigoti hanno una sola placenta in comune.
L’esame viene effettuato con una semplice scansione ecografica che permette di valutare in profondità l’eventuale presenza di malformazioni al cuore.
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