“Ai tempi della mia prima gravidanza credevo che un ginecologo fosse uguale all’altro. Non avevo un ginecologo di fiducia e ho chiesto qualche nome a parenti e amici. Alla fine ho optato per una ginecologa donna, con una buona fama, pensando che mi sarei trovata più a mio agio. Alla prima visita ho pensato: com’è fredda e professionale! A mio marito invece è piaciuta per la sua efficienza.
Bella donna, bionda, fisico atletico, figli zero e credo single. Parlava, parlava ... un ego smisurato. Non riuscivo ad aprire bocca, mi vergognavo a esprimerle i miei dubbi. Non vedevo l'ora di uscire dalla sua stanza.
Il mio disagio è aumentato di visita in visita. Ogni volta mi sgridava come una bambina per i chili di troppo, i suoi modi erano troppo sbrigativi. Uscivo dallo studio arrabbiata e nervosa. Però non ho avuto il coraggio di cambiare perché tutti mi dicevano che era così brava e poi avevo altro a cui pensare: la nausea dei primi mesi, il trasloco, i dubbi sul mio rapporto di coppia … E così sono arrivata alla fine della gravidanza. Non sono andata a partorire nel suo ospedale. Ho preferito farlo con un estraneo.
Quando tre anni dopo sono rimasta incinta la seconda volta mi sono detta: adesso si fa come dico io! Per due mesi ho preso informazioni dalle amiche e dai forum. Avevo le idee molto più chiare: volevo un medico che esercitasse in un grosso ospedale, lo volevo umano ma anche preparato. Volevo affrontare questa seconda gravidanza con a fianco una persona serena ed equilibrata.
E così ho trovato lui: il mio ginecologo di fiducia da ormai otto anni. Serio, sempre pronto a rispondere alle mie domande più stupide, con quel pizzico di humour inglese che non guasta con una donna ansiosa come me. Mi sono sentita subito a mio agio, ha capito subito che sui chili di troppo doveva glissare.
Tanto poi li ho persi sempre tutti con l’allattamento.
Alle mamme consiglio: fidatevi soltanto delle vostre sensazioni e non di quelle di vostro marito!” (Rosa, storia tratta dal forum di nostrofiglio.it)
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