Home Storie Pancione

Gestosi: così è nato il mio piccolo Stefano

di mammenellarete - 03.09.2013 - Scrivici

neonato-famiglia.180x120
Questa è la storia di un grande amore…il mio secondo figlio… Chi se l’aspettava di avere due figli? Meravigliosi, per giunta… Lui è arrivato un po’ inaspettatamente, nel senso che non ci aspettavamo che arrivasse senza troppa fatica.. e invece non potrò mai dimenticare quel giorno in cui ho scoperto di aspettarlo… Era il 4 maggio 2012. Quella mattina dovevo uscire per fare dei servizi e lascio Sofia a casa di mia madre per essere più agevole negli spostamenti. Però durante la colazione, Dani mi dice una cosa riguardo al fatto che gli avevo detto che quando mangiavo i biscotti nel latte poi non mi sentivo molto bene. Lui ricordava che quando ero in attesa di Sofia non riuscivo proprio a mangiare i biscotti, ma solo i cereali. In quel momento, quando me l’ha detto, mi viene un sospetto e guardo subito la mia agenda… un giorno di ritardo! Esco, faccio i miei giri e come ultima cosa mi riservo di andare al negozio a comprare un test di gravidanza. POSITIVO! Lo sapevo!! Lo sentivo!!

Vado subito da Dani al negozio e gli chiedo di uscire e gli dico: “Se ti dico 4, cosa ti viene in mente?”. Lui ovviamente non ha capito nulla e quando gliel’ho detto, è caduto dalle nuvole perché non se lo aspettava, ma era felicissimo. Stavolta, però, a differenza di Sofia, l’abbiamo detto subito a tutti, sfidando la “sfiga”.. Nessuno se lo aspettava e infatti nessuno ha dimostrato felicità più di tanto.. Poi, tempo dopo, riguardando alcune foto sul mio cellulare, vedo un video girato il 3 maggio dalla pediatra di Sofia in cui mi vedo con il viso un po’ gonfio… se l’avessi vista prima avrei subito capito di essere incinta perché il mio viso non mentiva.

 

Iniziamo con esami di routine e tutto il resto, visita dal ginecologo, ecc…e alla translucenza nucale lui mi dice subito che è un maschietto. Aiuto! Non volevo un maschietto, ma un’altra bella femminuccia…rifiutavo l’idea e non volevo crederci perché non accettavo l’idea che non avrei potuto scegliere neanche il nome di mio figlio, visto che sarebbe stato giusto dargli il nome del nonno, come tradizione vuole e come sarebbe stato carino fare.

 

Comunque, col tempo mi abituo all’idea, anche perché molte ragazze che conosco

 

in quel periodo aspettavano insieme a me il loro secondo figlio, ma quasi nessuno ha avuto la coppietta, quindi dovevo ritenermi fortunata.

 

Tutto va a meraviglia, anche se è stata dura continuare a fare tutto con Sofia facendo attenzione al bimbo dentro di me, compreso il prenderla in braccio, ma ho fatto tutto sorretta dall’amore per entrambi…

 

Ho dovuto togliere il mio latte a Sofia, ma comunque lei era abbastanza grande per poter affrontare questo distacco e io mi sarei riposata qualche mese prima di riprendere il “duro” lavoro dell’allattamento.

 

Il 21 novembre andiamo dal ginecologo per la visita mensile ed è tutto normale, ma la sera, mettendo il pigiama, mi accorgo che le mie gambe erano gonfie… è stato l’inizio dell’incubo! Gestosi…

 

LEGGI TUTTE LE STORIE SULLA GESTOSI

 

Dopo qualche giorno, siccome il gonfiore peggiorava, io e Dani siamo andati al pronto soccorso dove mi hanno riscontrato una pressione troppo alta e le gambe troppo gonfie e quindi mi hanno ricoverata. Per fortuna ho chiesto di poter tornare a casa a sistemare Sofia e a fare la valigia con la promessa che sarei tornata entro un’ora e nel frattempo mamma e papà sono tornati al volo da Roseto. Quando dopo 1 ora sono tornata in ospedale, era cambiato il dottore al p.s. e lui dice che non c’è posto per me in ospedale, così mi dimette dandomi la cura e il compito di controllare i livelli della proteinuria nelle urine e la pressione. Praticamente, i miei reni non funzionavano più bene e rischiavo di perderli e di avere problemi anche alla vista. Per fortuna sono tornata a casa così ho potuto preparare tutto per il Natale, anche se la preoccupazione per il bimbo dentro di me c’era,eccome! Le cose diventavano un po’ più difficili perché la pressione era altissima e il gonfiore alle gambe mi faceva stancare subito. Ogni settimana esami e visita dal ginecologo per tenere sotto controllo tutto. I valori aumentavano troppo velocemente e non era un bene.

 

Il giorno 12.12.12 la doccia fredda! Le analisi avevano dato un risultato preoccupante, così alle 8 vado dal ginecologo e lui mi scrive la carta di ricovero perché non si poteva temporeggiare oltre e c’era la possibilità che mi inducessero il parto. Non ero pronta! Pensavo a Sofia che doveva stare senza di me per chissà quanti giorni e non l’avevo preparata ad affrontare la cosa e io non avevo ancora finito di fare la valigia... e poi se mio figlio nasceva prematuramente, avrebbe avuto bisogno di tante cose che io non avevo…

 

Comunque, per il bene mio e di mio figlio andiamo in ospedale e mi danno una stanza singola, la n.

7.

 

Iniziano così lunghi giorni di attesa e di esami. Sofia sta tutto il giorno con i nonni e zia Ezia e poi la sera va a dormire con Dani, così almeno non viene stravolto tutto il suo mondo.

 

Sembra che stia bene, la sento al telefono e mi chiede sempre quando “finisco di lavorare”, ma chiede di me e io soffro perché in ospedale non sanno che cosa fare con me. Intanto per ogni evenienza mi fanno delle iniezioni di cortisone per lo sviluppo dei polmoni, visto che alla 35 settimana di gestazione non sono ancora sviluppati nel bambino. Al terzo giorno di ricovero non ce la faccio più e Sofia viene a trovarmi in ospedale insieme a Dani. L’accolgo nella hall, ben vestita e truccata, e senza le flebo, e le faccio vedere il presepe e l’albero di Natale che c’è in reparto addobbato con tutti i fiocchi nascita e poi stiamo nella mia stanza e ovviamente non mi vede in pigiama. Sta benissimo, le faccio anche trovare il Teletubbies La-la in regalo. Però al momento di andarsene, è un trauma perché non mi vuole lasciare lì..

 

Intanto gli esami di routine continuano ogni 3-4 ore con i tracciati e la raccolta delle urine per controllare la proteinuria. Durante un tracciato, però, un’ostetrica fa fatica a sentire il battito del bambino e si allerta e chiama il primario e altri colleghi che si precipitano da me con la barella proprio mentre entravano nella mia stanza i miei genitori..che colpo! Semplicemente il bambino aveva un battito lento, ma si erano preoccupati molto..che paura! Parlavano di cesareo d’urgenza e non mi davano manco il tempo di avvisare Dani..

 

Intanto, i giorni passano lenti e faccio amicizia con altre ragazze che arrivano per partorire e se ne vanno, mentre io resto, finchè il 17.12 nella mia stanza viene la dott.ssa Fragasso che mi dice che i valori erano peggiorati ancora di più ed erano oltre la soglia critica, quindi dovevano indurre il parto.

.era arrivato il momento! Ho telefonato subito a Dani e a mamma. Mamma ha preso tutto il necessario perché lei, papà e Sofia avrebbero dormito da zia e Dani sarebbe venuto per fermarsi in ospedale con me. Alle 11:30 più o meno mi hanno messo il gel per stimolare e far iniziare il travaglio. Ne sono stata felice, perché almeno la mia attesa era finita e sapevo che il mio bimbo sarebbe nato e sarei tornata a casa per stare tutti insieme a Natale.

 

All’inizio le contrazioni le ho sopportate benissimo e Dani mi ha fatto pure una foto nella stanza travaglio perché ero felice e il mio morale era altissimo. Poi, col tempo, sono diventate più dolorose anche se non erano giuste perché non c’era dilatazione… Dani era sereno e a un certo punto se n’è andato prima a casa a fare una doccia e poi nella mia stanza a riposare, visto che non c’erano novità e non si smuoveva niente. Mi mettono il gel per la seconda volta, ma stavolta le contrazioni erano così dolorose e ravvicinate che il mio utero rischiava di scoppiare e di soffocare il mio bambino, così me lo hanno tolto. Intanto, durante tutto questo tempo, le ostetriche di turno sono rimaste sempre con me perché non potevano lasciarmi sola, visto che dovevano controllare sempre il tracciato e la pressione nel caso ci fossero anomalie..

 

A un certo punto, però, siccome il battito del bambino era molto basso, mi hanno portato in sala parto, quella blu, stavolta, per mettere un sondino che dalla mia gamba arrivava al bambino. Volevo Dani con me e l’ho mandato a chiamare nella mia stanza dall’infermiera. Il ginecologo di turno era De Frenza. Visto che non succedeva niente, ha deciso di rompere le membrane perché così si sarebbe accelerato il parto…il dolore che ho provato è stato fortissimo e mi sono pure uscite le lacrime, ma non ha funzionato.

 

Intanto la pressione era arrivata a 160… Lui voleva farmi subito un cesareo, vista la situazione e la dilatazione non completa. Ma giocava a mio favore il fatto che non ero al primo parto e che il bambino, in quanto prematuro, non era molto grande… Le ostetriche si chiamavano Chiara e Antonella, e lei era presente pure quando è nata Sofia, quindi già mi conosceva: sono state dolcissime entrambe e molto decise. Comunque è stata Antonella a starmi vicina. A un certo punto, non so chi, ha telefonato alla dott.ssa Fragasso che era la ginecologa reperibile. Erano le 3. Lei è arrivata e mi ha subito dato delle indicazioni preziosissime ma nel frattempo era arrivata anche la barella per portarmi al piano -1 per il cesareo d’urgenza.

 

Mi avevano messo anche la mascherina dell’ossigeno perché ero molto raffreddata a non respiravo bene e me la reggeva Dani…quanto fatica! L’ostetrica mi prepara al cesareo perché io non ce la facevo più, ero stremata e chiedevo che finisse tutta quella sofferenza. Mi avevano detto tutti che un parto indotto era più doloroso di uno normale e di solito finisce con un cesareo, quindi non capivo la necessità di prolungare il mio dolore.

 

Dani ha firmato il consenso per il cesareo, però, mentre ero quasi sulla barella, per miracolo sento la necessità di spingere e mi dicono di farlo e io lo faccio. Spingo con tutte le poche forze rimaste e finalmente alle 3:30 del 18.12.12 Stefano è uscito, piccolissimo e bellissimo e ha pianto subito.

 

L’ho visto quasi “in diretta” mentre usciva… L’ostetrica aveva anche chiesto a Dani di andare a vedere la testa che iniziava ad uscire, ma io non ho voluto perché temevo che rimanesse scioccato… Mi è venuto da piangere perché non credevo di avercela fatta. L’hanno portato subito via per lavarlo, però prima di metterlo nell’incubatrice me lo hanno portato e me l’hanno poggiato addosso perché lo vedessi.

Era minuscolo... 2,265 kg per 45 cm di amore! Dani è andato con lui e io sono rimasta per i punti… Il dottore mi dice che se la sono vista brutta…

 

Alle 4 ero di nuovo nella stanza travaglio per aspettare le 2 ore di controllo e telefono a mamma per avvisarla. Loro avevano dormito da zia Ezia con Sofia per poter essere liberi di raggiungermi nel caso Stefano fosse nato di notte e mamma mi dice che stavano entrando in ospedale perché Dani li aveva già avvisati.

 

Papà e Dani sono andati a vedere Stefano che era nell’incubatrice mentre mamma è rimasta con me, che ogni tanto dormicchiavo per la stanchezza.

 

Trascorse le due ore, verso le 6 me ne vado da sola sulle mie gambe nella mia stanza e finalmente mi hanno portato Stefano perché dovevo allattarlo. Lui si è attaccato subito al seno, ma la sua boccuccia era più piccola del mio capezzolo e ho sofferto molto per le ragadi che subito si sono formate. Tutto il giorno è stato un andirivieni di amici, ma non come con Sofia…molto meno…

 

Durante la notte successiva le infermiere del nido sono venute spessissimo a prendere Stefano per controllare la glicemia che poteva essere troppo bassa e invece si è sempre trovata buona. Alle 10:30 di mattina è venuto don Glauco insieme al Vescovo che si trovava in ospedale per fare la visita di Natale ai ricoverati e così Stefano ha avuto la sua prima benedizione, anche se poco dopo è arrivato Don Michele. Quanta emozione. Siamo rimasti in ospedale fino al 21 dicembre.

 

A dir la verità Stefano poteva essere dimesso già dal 20, ma io ero ancora a rischio e così abbiamo tardato un giorno, ma comunque in tempo per Natale. I miei valori non erano ottimali, ma comunque erano in diminuzione e ce ne siamo andati a casa… e così è iniziata un’altra avventura per sempre…

 

di Maria

 

(Storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)

 

Preeclampsia, che cos’è

È una patologia che può manifestarsi unicamente durante la gravidanza (non per niente in passato era detta comunemente gestosi) e che colpisce nel mondo circa il 3-5% delle donne in attesa.

Compare, in modo abbastanza improvviso, nella seconda parte della gestazione, in genere dopo la 20ma settimana, ed è sicuramente una delle patologie più gravi dei nove mesi.

Per evitare danni, anche seri, per la mamma e per il bambino, è fondamentale diagnosticarla per tempo, soprattutto tenendo sotto controllo la pressione arteriosa.

Leggi tutto sulla Preeclampsia

 

Ti potrebbe interessare:

 


  • 10 consigli per la mamma serena
  • Tutte le storie sul parto

 

redazione@nostrofiglio.it

 

Le vostre storie del forum di nostrofiglio.it

 

Anche tu aspetti un bambino? Ti potrebbero interessare gli articoli sulla Gravidanza di nostrofiglio.it

 

TI POTREBBE INTERESSARE