Nel 2012, tre anni fa, dopo averlo tanto desiderato, rimasi incinta.
Decisi di portare avanti la gravidanza senza ombra di dubbio. Io e il mio compagno eravamo felicissimi. Tutto sembrava proseguire bene. Andammo a effettuare la prima ecografia con tanta emozione.
Durante la visita sentimmo il cuoricino del piccolo e, in quel momento, ci sciogliemmo entrambi. Sparirono tutte le paure che normalmente si hanno quando si sa che sta per arrivare un bimbo.
Usciti dallo studio del ginecologo, lo dicemmo a tutti i parenti e agli amici. Tutto andò per il meglio.
Il mese dopo andammo a fare l'ecografia della dodicesima settimana. Eravamo felicissimi perché sapevamo che ci avrebbero detto il sesso. Mentre la dottoressa faceva l'ecografia, si fermò improvvisamente e disse: "C'è qualcosa che non va!"
Quelle parole rimbombarono nella mia testa per pochi secondi. Io e il mio compagno non volevamo credere a quell'affermazione. Ad un certo punto la dottoressa disse: "E' una cosa gravissima, manca la scatola cranica!" La dottoressa continuò a dire: "Dovete decidere se portare avanti o no la gravidanza, ma io vi devo dire le cose come stanno. Potrebbe morire o addirittura nascere senza vita".
Così, distrutti dal dolore, ci pensammo ed io decisi di abortire. Fu una scelta difficilissima, ma sarebbe stato più difficile veder crescere quella creatura dentro me e sapere che sarebbe potuta nascere morta o vivere solo qualche minuto o ora.
Feci la villocentesi e dopo 15 giorni ebbi i risultati, che confermavano che era stato solo un bruttissimo caso, ma che non c'era nessuna anomalia cromosomica e nessuna sindrome. Abortii.
In seguito mi tranquillizzai un pochino. Ma tuttora il ricordo di quella triste esperienza è sempre vivo dentro me.
Ora sono di nuovo in gravidanza e sono alla decima settimana. Scrivo la mia storia per chiedere se qualche mamma ha avuto la mia stessa esperienza con la prima gravidanza.
Grazie a tutte.
di mamma Jessica
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