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Ernia diaframmatica congenita. La mia bimba sarà operata dopo la nascita ma io ho fiducia

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Scrivo la mia esperienza personale perché so come ci si sente avere in grembo una bambina affetta da ernia diaframmatica. Non voglio che altre donne, che stanno per diventare madri e hanno un feto affetto da questa patologia, debbano essere prese in giro come è successo a me.

Ciao, mi chiamo Siriana e ho 15 anni, sto per diventare mamma e alla mia bimba hanno diagnosticato un ernia diaframmatica congenita sinistra, nonostante io sia piccolina ho raccolto tutte le informazioni e ho fatto diverse visite e so tutto di questa patologia. Vorrei raccontare la mia storia.

 

Diagnosticarono al feto l'ernia diaframmatica il 15 settembre 2016. Nel torace era erniato solo un po' di intestino, feci il controllo il 13 ottobre 2016 e non era cambiato molto dal mese precedente, nel torace era presente solo una parte delle anse intestinali, stomaco, ecc. Erano tutti nell'addome.

 

Il 27 ottobre 2016 andai in un ospedale della mia città, dove un ginecologo mi fece un altro controllo, riconfermò la diagnosi e mi disse che erano erniate soltanto una parte delle anse intestinali. Una mezz'oretta dopo la visita col ginecologo e con la psicologa incontrai il chirurgo pediatrico dell'ospedale.

 

Il chirurgo mi disse: "E' inutile che lei operi la bimba in un altro ospedale, qui sappiamo farlo anche noi, solo che certi sono andati bene e certi sono morti." Spiazzata e incavolata per i suoi modi e per la consulenza, uscii dal policlinico incavolata nera, perché è vero che sono un'adolescente, ma come ogni madre ho delle sensazioni e preoccupazioni molto forti. In più mi ero informata e sapevo tutto.

 

Quindi, non soddisfatta della consulenza, senza prenotazione, andai ad un altro ospedale, per parlare con una chirurga neonatale, catapultandomi dietro alla sua porta. Avemmo un colloquio e, appena finito, chiamò il ginecologo della loro struttura fissandomi un appuntamento urgente per il giorno dopo, ovvero il 28 ottobre 2016.

 

Avendo accelerato tutto poiché a conoscenza della mia bruttissima esperienza all'ospedale precedente, il ginecologo venne apposta per me. Il problema maggiore e grave era che il chirurgo pediatrico dell'altro ospedale senza dare un'occhiata all'ecografia e senza visitarmi aveva scritto nel referto che erano erniate anse intestinali e stomaco, quando invece lo stomaco era nell'addome.

 

Premetto anche che andai nel primo ospedale solo per partorire, la bambina volevo operarla nell'altro, e i medici del primo, pur sapendo che l'altro era specializzato in ernie diaframmatiche, provarono a convincermi ad operarla li.

 

Inizialmente ci stavo cadendo, fortunatamente dopo il colloquio con il chirurgo

 

"insensibile" capii che la mia bambina aveva bisogno di una struttura e di un team specializzato dato che la patologia è abbastanza seria e non è stata presa seriamente da lui (cioè dal chirurgo) e non doveva essere una sua "cavia". Inoltre avevo addirittura il liquido amniotico leggermente aumentato (poliamnios) e non me lo avevano neanche riferito.

 

Ho pregato molto Dio e lui mi sta indicando la giusta via. Il ginecologo del nuovo ospedale mi ha controllato e io, non sapendo cosa fosse la parola "poliamnios", ho chiesto e ho scoperto il giorno dopo di avere un aumento del liquido amniotico. Il ginecologo del secondo ospedale mi ha detto di stare un po' a riposo, perché rischio di farmi venire contrazioni, inoltre mi ha esaminato il feto accuratamente e mi ha detto sempre che sono erniate solo un po' di anse intestinali. Ho scelto di mettermi nelle loro mani e partorirò in un altra sede della loro struttura.

 

Da pochissimo ho avuto un altro incontro con il ginecologo, con la chirurga neonatale e la psicologa, persone davvero di buon cuore a cui voglio già molto bene per il loro impegno verso di me. La psicologa ha parlato con me ed il mio compagno e ci ha rassicurati tanto e ci ha incoraggiato, la chirurga neonatale è molto competente e dolce e il ginecologo più che professionale. Mi hanno spiegato un po' come si evolverà la situazione dopo la nascita e abbiamo fissato un altro appuntamento per il 28 Novembre 2016, ovvero fra qualche giorno.

 

Farò un parto naturale, subito dopo il parto mi faranno vedere la mia bambina pochi secondi e poi la porteranno in un ospedale dove dopo 24/48 ore la opereranno.

Fortunatamente il mio compagno potrà stare con lei fin da subito mentre io dovrò rimanere un giorno in ospedale dopo il parto. Ho tanta paura, sento un dolore immenso al solo pensiero che la mia piccolina sarà piena di tubi e flebo e sarà sottoposta ad un intervento. Però né io né il mio compagno ci scoraggiamo, perché dopo la tempesta c'è sempre l'arcobaleno.

 

Ho scritto la mia esperienza personale perché dato che so come ci si sente avere in grembo una bambina affetta da ernia diaframmatica, non voglio che altre donne, che stanno per diventare madri e hanno un feto affetto da questa patologia, debbano essere prese in giro come è successo a me con quel chirurgo del primo ospedale da cui sono andata.

 

Abbiate la forza di tutto il mondo perché non potete fare altro che mettere il vostro bambino in giuste mani, non scoraggiatevi mai e seguite il vostro istinto. E sorridete sempre perché il bimbo/a percepisce ogni sensazione e voi altro non potete fare che trasmettere forza e non scoraggiatevi perché con voi si indebolisce anche lui/lei, quindi forza e coraggio! Spero che la mia storia possa esservi utile ed incoraggiarvi.

 

di Siriana

 

(storia arrivata alla pagina Facebook di Nostrofiglio.it, editata dalla redazione)

 

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