All'inizio della gravidanza, inoltre, le modificazioni ormonali favoriscono la dilatazione delle emorroidi: l'aumento degli estrogeni e soprattutto del progesterone portano ad un generale rilassamento connettivale.
La resistenza dei vasi venosi è messa a dura prova anche dall'aumento del volume di sangue e della pressione addominale. Quest'ultimo aspetto si aggrava mano a mano che si avvicina il momento del parto: a partire dal quinto mese di gestazione prevalgono infatti fattori di natura meccanica (legati all'ingrossamento dell'utero) e comportamentale (dovuti alla generale tendenza a ridurre l'attività fisica).
La terapia varia in relazione all'entità del disturbo.
Emorroidi fastidiose ma non particolarmente dolorose, trovano immediato beneficio con poche regole comportamentali:
- fare movimento, come una passeggiata quotidiana
- assumere fibre e molti liquidi
- mantenere l'igiene intima con lavaggi di acqua tiepida e sapone acido
Pomate e supposte ad azione decongestionante, anestetica e disinfettante, sono rimedi "conservativi", utili per curare le emorroidi in stadio iniziale.
I farmaci alleviano i sintomi ma non agiscono sulle cause che hanno dato origine alle emorroidi. Per questo motivo, e per gli altri effetti derivanti dal loro utilizzo, i farmaci non vanno assunti in maniera indiscriminata ma sotto esclusivo controllo medico.
Da ricordare che alle mamme in attesa è proibito l'utilizzo dei cortisonici. Particolarmente utili risultano i preparati omeopatici per rinforzare le pareti dei vasi e ridurre l'infiammazione (ippocastano, altea, mirtillo, frutti di bosco, malva).