Avevo 6 anni quando vidi per la prima volta quello che poi sarebbe stato mio marito, ero su una bicicletta rosa che giocavo ignara che sarebbe passato di lì il mio grande amore.
Lo vidi e rimasi letteralmente senza parole imbambolata a fissarlo, lui aveva 11 anni era vestito tutto di jeans e una maglietta bianca che gli faceva risaltare quegli occhioni azzurri meravigliosi.
Ci perdemmo di vista ma, all'età di 15 anni lo rivedo, non vi dico il cuore stava esplodendo dalla gioia.
Iniziai a corteggiarlo ma lui niente non mi voleva dopo svariati tentativi a malincuore ci rinuncio.
Dopo due anni ecco che mi arriva un messaggio, era lui, aveva saputo tramite mia cugina sua vicina di casa che mi ero fidanzata e mi aveva scritto: "Ciao come stai? Sono ...... Come va con il fidanzato?"
Non vi nego che pur essendo fidanzata quando vidi quel messaggio non so neanche spiegarvi l'emozione che mi travolse, ero proprio andata in tilt.
Così iniziammo a messaggiare: era estate e mancava una settimana alla chiusura della scuola così decisi di andarmene qualche giorno da mia cugina e lasciai l'altro ragazzo. Dopo svariati messaggi, sguardi e chiacchiere dal balcone, un giorno lui con una scusa mi chiese di salire da lui per stirargli un pantalone perché la madre non c'era.
Io accettai, gli stirai il pantalone ma non successe nulla a parte battutine e frecciatine.
Il giorno dopo mi chiese se potevo provare a fargli la ceretta al petto perché lui da solo non riusciva e, mamma mia ancora oggi mi emoziono quando ci penso, tra una ceretta e l'altra lui mi prende e mi bacia.
Ragazze andai letteralmente in standby, caput, fine.
Da lì iniziammo la nostra storia d'amore, meravigliosa, avevo 17 anni , lui 23 e avevo già le idee chiare che sarebbe stato il padre dei miei figli, mio marito.
Decidemmo di avere un bambino
Decidemmo di avere un bambino perché io il desiderio di essere madre e avere una famiglia lo sentivo proprio dal cuore.
Quindi rimasi incinta e, dal periodo più bello della mia vita, arriva il periodo più brutto della mia vita.
Essendo ancora minorenne mia madre appena lo venne a sapere andò su tutte le furie, iniziò a trattarmi malissimo, insultandomi, chiamandomi in tutti modi più brutti che una ragazza o donna non deve mai sentire e subire, mi minacciò togliendomi il telefono senza che potessi sentire il mio amore per una settimana, mi picchiò, e mi obbligò ad andare ad abortire.
I miei parenti la pensavano come mia madre tutti che mi dicevano sei ancora piccola devi abortire, vedrai non te ne pentirai.
Io mi sentivo SOLA COME UN CANE ABBANDONATO, piangevo e l'unica cosa che avevo del mio fidanzato era una foto, in quel momento volevo solo il mio bambino e il mio fidanzato, così scappai mi feci 10 km a piedi per arrivare ad una cabina telefonica e chiamai il mio fidanzato per farmi venire a prendere, ma mia madre chiamò mio padre e me lo vidi arrivare. Mi caricò in macchina arrivammo a casa e giù con le botte.
Nel frattempo a casa arrivò il mio ragazzo e mia madre gli disse che aveva già preso l'appuntamento per l'aborto, lui rimase di pietra perché essendo io ancora minorenne la decisione era esclusivamente dei miei genitori.
Andammo alla clinica io stavo salendo le scale con mia madre per entrare in quella stanza ma non ce l'ho fatta, mi girai verso mia madre e le dissi: "Tu sei abituata ad entrare qui dentro perché tu mio padre non lo vuoi e di conseguenza neanche i suoi figli, ma io amo il mio ragazzo e voglio vivere la mia vita con lui".
Me ne andai con il mio ragazzo
Mia madre rimase pietrificata perché non sapeva che io sapevo dei suoi aborti, così mi girai e me ne andai con il mio ragazzo a vivermi la mia vita. Lui lavorava aveva un buon lavoro e ci prendemmo casa. Eravamo felici, la gravidanza procedeva bene, a parte mia madre e le angosce che ancora mi dava, ma lasciamo perdere, un incubo giuro.
Arrivo alla 34esima settimana vado a controllo e la ginecologa mi dice che la bambina è sottopeso di mezzo chilo ma che non dobbiamo preoccuparci perché è normale e che crescono alla fine della gestazione. Rimango un po' perplessa perché se è sottopeso vuol dire che qualcosa non va, ma lei ci rassicura che tutto procede bene e di andare a controllo alla 38esima settimana.
Io ignara e sola senza nessuno che mi potesse consigliare (perché tutti mi girarono le spalle da quando decisi di tenermi il bambino, assurdo) mi fidai della dottoressa e continuai con la mia vita.
Non ci arrivo alla 38esima settimana che alla 37esima settimana inizio ad avere i dolori, sicchè andiamo in ospedale mi visitano e mi portano in sala tracciato, da lì l'incubo ha inizio.
La bambina non ha battito
Il tracciato non rileva il battito, prova sopra, sotto, di lato, stesa, in piedi, niente, la bambina non ha battito, è morta, mi dicono.
Il gelo nei nostri occhi, un incubo senza che io riuscissi a svegliarmi, è come se in quel momento anche l'anima si fosse congelata, non ci credevo, al che partorisco con parto naturale oltretutto subendo 23 ore di travaglio.
Il mio fidanzato mi stava vicino mi coccolava, mi abbracciava, mi riempiva di baci.
Mia madre (che venne a sapere tramite voci) crudele come non mai disse al mio fidanzato: "Ora è tutto finito vi potete anche lasciare!"
Io scioccata non volevo credere che quella persona era mia madre e che stava dicendo quelle parole così orribili.
Il mio ragazzo si infuriò e la buttò fuori dall'ospedale dicendole di non farsi mai più vedere nella nostra vita e che se era successo ciò era solo colpa sua. Facciamo autopsia e funerale della piccola.
Dopo 8 anni rimango di nuovo incinta
Dopo 8 anni finalmente mi faccio coraggio e rimango incinta di nuovo, non vi dico le paure, l'ansia che mi assaliva per ogni visita che facevo.
Il mio ginecologo mi disse che voleva vedere le analisi che avevo fatto nella prima gravidanza e anche l'autopsia della bambina, che dichiarava che la placenta era infartuata.
Ma il ginecologo vedendo le analisi dell'urine si accorse che alla 33esima settimana circa avevo i livelli delle urine completamente tutte sballate e lui mi disse: guardate dove era il problema era qui, avevi un'infezione in corso nelle urine, con un occhio di riguardo si sarebbe risolto tutto.
Mamma mia un'altra batosta, dopo 8 anni scoprire che grazie a una ginecologa disattenta avevo perso mia figlia, che se solo avesse dato retta al quel sottopeso e le urine sballate non sarebbe successo, la volevo distruggere volevo denunciarla ma alla fine non l'ho fatto, perché io non riesco a fare del male agli altri nonostante a me mi hanno massacrato.
Il ginecologo ci disse: "Non vi preoccupate, adesso siete in buone mani, andrà tutto bene ve lo prometto" e mi abbracciò fortissimo.
In quell'abbraccio ho sentito il calore di un padre e di una madre che mi erano mancati.
Infatti con lui sono nati i miei due gioielli che amo più della mia vita, in loro guardo anche la mia donnina che oggi avrebbe avuto 16 anni. Con il mio grande amore procede bene, ci amiamo come le prima volta della ceretta anche di più.
Ringrazio Dio di avermelo fatto incontrare, lui è tutto, la mia famiglia.
Con mia madre i rapporti non sono stati belli in quegli anni, continui litigi e angosce.
Abbiamo perdonato mia mamma
Ad oggi è cambiata un po', forse pentita chissà, le faccio godere anche i suoi nipotini, l'ho perdonata anzi l'abbiamo perdonata, ma quello che mi ha fatto non lo dimenticherò mai. Mio padre uguale. Credo che una madre soprattutto, deve stare con i figli, essere presente sempre, supportarli, anche se fa male.Non so, non riesco neanche a percepire il suo dolore semmai fosse stato dolore o vergogna per la gente che sparlasse.
Di una cosa sono sicura: se dovesse capitare ai miei figli io sicuramente direi: "Stai tranquillo, ci sono qui io e ci sarò fino alla morte per te!"
In fondo non avevo ammazzato nessuno anzi, stavo mettendo al mondo un bambino che credo sia la cosa più bella che Dio avesse fatto.
Dare la vita.
Di mamma Mary
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