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La mia bambina nascendo in una situazione straordinaria, sarà anche lei altrettanto eccezionale

di Monica De Chirico - 14.04.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Valentina ci racconta come sta vivendo gli ultimi giorni della sua gravidanza durante una pandemia e dopo tre aborti. La sua bambina Agata Celeste è un dono speciale

Agata Celeste è un dono speciale

Per crescere un figlio ci vuole un villaggio, dice il proverbio africano. Per Agata Celeste, la mia bambina che nascerà tra una settimana, questo villaggio sarà per il momento solo virtuale. Le restrizioni per il Coronavirus non permetteranno ai nonni di vederla, visto che non abitano vicino a noi, e anche il primo incontro con le sue sorelle avverrà solo a dimissioni avvenute. Il papà - visto che verrò sottoposta ad un cesareo - mi accompagnerà fino all'entrata del reparto, ci saluteremo e ci rivedremo dopo qualche giorno. Ci hanno detto che forse potrà stare davanti alla sala operatoria per veder passare la bambina mentre andrà al nido, ma sono solo ipotesi e - visto che la situazione evolve di giorno in giorno - quando dovrò partorire io magari non sarà possibile.

Agata Celeste rappresenta un dono speciale. L'abbiamo fortemente voluta e dopo due anni di tentativi, finalmente ha deciso di arrivare da noi. La strada per averla è stata difficile: ho avuto tre aborti prima di riuscire a portare a termine questa gravidanza e stavo cominciando a perdere la speranza. Chi è nuovamente in attesa dopo un lutto sa quanto sia complicato  vivere la faccenda con serenità: speri sempre che vada tutto bene, che non dicano per l'ennesima volta che il piccolo non sta crescendo o che il volto del ginecologo - assieme al suo silenzio - non indichino di più di ciò che invece rimane senza parole.

Stavo finalmente cominciando a rilassarmi quando è arrivata la pandemia. Per fortuna i controlli che ho dovuto fare in ospedale hanno riguardato soltanto l'ultima parte della gestazione, ma paradossalmente l'atmosfera irreale che si respira in Ostetricia mi ha fatto stare molto più tranquilla. Da quanto ho potuto vedere le mamme vengono accolte e tutti stanno loro accanto forse ancora più di prima perché capiscono quanto sia già complicato mettere al mondo un bambino in tempi normali, figuriamoci nell'emergenza.

Qualcuno potrebbe dire che sono già esperta, visto che si tratta della terza esperienza, ma mi trovo ugualmente in una situazione nuova, che riguarderà la gestione di una neonata senza alcun aiuto esterno. Non è tanto il parto che mi spaventa, quanto appunto incominciare una famiglia nuova senza quei naturali supporti che permettono ad una neo mamma di vivere meglio  i primi giorni. Senza contare che le nostre famiglie ovviamente parteciperanno alla celebrazione della nascita di Agata solo attraverso lo schermo di un computer.

Nonostante tutto, però, ho imparato a vedere anche il bello. So che la mia bambina nascendo in una situazione straordinaria sarà anche lei altrettanto eccezionale. In fondo è proprio vero che i bimbi se ne fregano: vengono al mondo da sempre in situazioni estreme, dalle guerre ai posti più poveri. E la vita, come questa bella primavera, non chiede altro di andare avanti, con prepotenza. Da mamma, anche se è normale avere paura, so che ce la faremo.

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