Nove mesi lunghi, ma veloci. Un matrimonio, un trasferimento oltreoceano, una casa nuova, addii e arrivederci, baci e abbracci. Felicità, emozione, pianti, sbalzi ormonali, nostalgia, acquisti, tutine rosa. Quella che era una lineetta rosa ed era un "nuovo inizio", oggi è accanto a noi. Si chiama Vittoria e ha due anni e mezzo: è una piccola donna.
Per tutte le MAR, mamme a rischio, gestanti coraggiose, un coraggioso grazie. Perché loro non sono spaventate dall'aver messo su pochi o troppi chili, dalla leggera nausea persistente, dal sesso con il partner che cambia connotazione, dai fisiologici mal di schiena, o dal fatto di non poter fare la tinta o non mangiare il salame. No, quello che spaventa le MAR, solo il profondo del loro cuore e di chi ha vissuto esperienze simili può capirlo... ma tutte vinceranno la loro battaglia. Con fede, forza d'animo, istinto di protezione del proprio cucciolo. Al quale già si insegna qualcosa di importante: impara a non mollare mai.
Il cuoricino della mia bambina nel pancione ci ha tenuti con il fiato sospeso fino alla 22esima settimana. A quel punto tutte le preoccupazioni sono rientrate. Ho partorito a 37 settimane e mezzo. La mia piccola è bellissima e sta bene. Il dottore le ha visitato il cuoricino per 40 minuti e non ha trovato nessuna anomalia.
Quando rimasi incinta non me ne accorsi subito. Il mio lui, purtroppo, non prese bene la notizia e si allontanò da me. Adesso mi sento messa su una croce. Perché io stessa non sapevo quello che stava accedendo nel mio ventre. Sono al quinto mese e a cinque giorni e sono sempre triste. Io lo amo ancora, vorrei che formassimo una famiglia
La piccola oltre all'idrope fetale, aveva la trisomia 18 e la trisomia 20. Un caso rarissimo dove la piccola praticamente non avrebbe avuto compatibilità con la vita.
Sono stati mesi duri, di lacrime e dolore. Mi fecero il raschiamento: ero alla 14esima settimana. Lei era piccola, ma l'amavo già.
Ho scoperto di essere incinta alla 17esima settimana. Avevo già un bimbo, lo stavo allattando e non ho avuto né nausee, né voglie strane. Però delle strane capriole nella pancia mi hanno fatta pensare...
Sono rimasta incinta velocemente e alla prima visita era tutto a posto. Poi però i valori della translucenza erano sballati e la dottoressa mi disse di fare la villocentesi. Uscii dall'ospedale in lacrime. Feci l'esame prescritto, ma dentro di me sapevo che qualsiasi fosse stato l'esito, quel bimbo ormai era il nostro bimbo, e io già lo amavo sopra ogni cosa. Poi finalmente una telefonata: "suo figlio è sano ed è un maschietto".
L'ho scoperto l'ultimo giorno di lavoro prima della maternità guardando le ultime analisi: ero positiva al virus del citomegalovirus. Mi hanno fatta partorire a 38 settimane e per fortuna il mio topino è risultato negativo.
A 29 settimane di gravidanza ho scoperto di aver preso il citomegalovirus. A 39+5 è nata Noemi, con 3450 kg e 52 cm: bella e forte, positiva al virus in tutto (sangue, urine, saliva). Ha fatto la terapia antivirale prima in ospedale, poi privatamente e da 3 anni è negativa in tutto. Ed è una peste!!!
Quando scoprii di essere incinta, ero all'ennesimo cielo. Ma durante la prima ecografia, la dottoressa mi disse che il bambino aveva un problema e che rischiava di non essere sano. Fu quello l'inizio di un incubo: affrontai molti esami, tra cui la traslucenza nucale e la villocentesi. Ci rivolgemmo poi a uno specialista. Passai il periodo più egoista della mia vita. Finché arrivo quel giorno. Il giorno in cui ho deciso che comunque fosse andata, non avrei abortito.
Stavo facendo l'ecografia prima del cesareo programmato e la ginecologa mi ha detto che il mio bambino aveva una bradicardia in corso... La corsa in ospedale, il parto d'urgenza, me lo portano via e mi dicono che avrebbe dovuto superare la notte. La notte più lunga della mia vita
Alcune delle rinunce che una mamma fa.
Perché sa che non sono rinunce e basta, ma sono piccoli tasselli verso la maternità, verso il suo divenire mamma.
Potrei scriverne tante di storie: quella di mia mamma che non ha potuto essere nonna per colpa di un tumore... quella mia e di mio marito, che il destino ha fatto incontrare in maniera stupenda e molte altre ancora... ma ho scelto di raccontare la storia del mio piccolo guerriero venuto a portare gioia nonostante tutto e tutti.
Alla ventesima settimana di gravidanza, il dottore mi disse che avevo troppo liquido amniotico. Lo chiamò poliidramnios. Mi dissero che dovevo stare a riposo assoluto. Giunta alla 37esima settimana, ebbi dolori fortissimi e mi ricoverarono. Il mio parto fu travagliato e difficile: si verificò un prolasso del cordone e i medici dovettero portarmi in sala operatoria. Ma per fortuna e "per miracolo" mia figlia si è salvata. Con il mio racconto vorrei dare una speranza a chi sta vivendo quello che ho vissuto io.
Sono rimasta incinta a 38 anni. Di prassi il ginecologo mi ha chiesto se volevo fare l'amniocentesi. Ho risposto di no però lo ammetto poi ho avuto tanta paura che ci fosse qualche problema
Quando io e mio marito decidemmo di dare un fratellino al nostro Riccardo, pensai che, essendo il secondo figlio, sarebbe stato tutto facile e veloce. Ma non fu così. Dopo poche settimane di gravidanza, il medico mi disse che non c'era battito. Ero distrutta. Ma dopo poco tempo, una ostetrica mi consigliò di fare le beta e scoprii che ero invece stra-incinta!
Ero al quinto mese di gravidanza ed ero tranquilla. Poi, una notte, quelle perdite. Il mio ginecologo mi ha detto quello che non avrei mai voluto sentire: il mio bambino era morto
Durante il primo parto, al settimo mese, una mattina mi si ruppero le acque: per fortuna era sabato e mio marito era a casa.
In ospedale i dottori rilevarono che non avevo perso tutto il liquido, quindi mi consigliarono di restare a letto con flebo per bloccare contrazioni e cortisone per i polmoni del bimbo.
Andò tutto bene finché la sera di domenica iniziai a sentire le contrazioni, nonostante l'infermiera però mi dicesse che era impossibile. Iniziai a sentire freddo e a un certo punto vidi che tanti dottori...
Oggi ho due bimbi e vivi ogni attimo ringraziando Dio. Ho pregato tanto e mai, mai, avrei scelto di porre fine alla vita di mio figlio. Anche dopo tutto quello che ho passato.
Mio figlio è bello, è sano. Ormai è un lontano ricordo il viso di quella dottoressa e le sue parole non le dimenticherò mai. "Se il bambino avesse la sindrome di down lo terresti lo stesso??". In una visita successiva mi disse anche: "L'ecografia va bene, nessuna malformazione, ma non vuol dire niente. Parli con suo marito per vedere cosa dovete fare, perché la possibilità c’è". Io le risposi:"Io questo figlio me lo tengo anche se è malato! Io ad abortire non ci penso proprio. L’amniocentesi non la faccio".
Sono mamma di Alice di 7 mesi, che è tutta la mia vita. La bimba è stata voluta per qualche anno. Non avendo un ciclo regolare, per me non è stato molto semplice. Ogni volta perdevo le speranze. Alla fine, durante una visita medica a causa di una brutta gastroenterite, il dottore mi fece un'ecografia... e si vide subito la mia bimba... che si muoveva già da parecchio! Ora sono una mamma felice.
Il ginecologo mi guarda e dice: "Sei di 5 settimane, ma non andrà avanti, fattene una ragione". Oggi ho un bellissimo bambino di 4 anni. E' nato sì prematuro, ma per colpa del ginecologo che non ha mai messo in conto quei due mesi.
Ho ventitré anni e ho partorito l'anno scorso mio figlio in modo naturale. Scrivo la mia storia perché voglio raccontare la mia esperienza meravigliosa. La nascita di mio figlio fu un evento indimenticabile: i miei occhi non avevano visto creatura più bella e le mie orecchie non avevano mai sentito suono più bello come il suo pianto. Piangevo dalla felicità: il mio amore era lì e stava bene. 3080 gr per 50 centimetri di bellezza.
Ho scoperto di essere positiva al citomegalovirus alla 20esima settimana di gravidanza. Tutto si sarebbe potuto evitare se il ginecologo mi avesse fatto fare l'esame a inizio gravidanza. Per fortuna ora abbraccio la mia bimba sanissima, che tra pochi giorni compirà 2 anni. Vi racconto la mia esperienza.
La mia seconda gravidanza purtroppo è stata segnata da diverse difficoltà, la peggiore è stata quella di aver contratto la varicella. Ho portato comunque avanti la gravidanza. Ora la piccola Carolina Pia, nata a settembre 2014, è sana e bella.
Tempo fa, i medici mi diagnosticarono l'endometriosi. Dissero a me e al mio compagno che sarebbe stato difficile per noi avere figli e che, se volevamo tentare, dovevamo affrettarci. Poco dopo rimasi incinta. Con la mia storia voglio incoraggiare tutte quelle donne a cui dicono che non possono avere figli. Provateci, senza avere la fissa che bisogna a tutti i costi avere subito un bimbo!