Mi sono ritrovata con le doglie un sabato sera, senza neppure sapere di essere incinta. Non ero né sposata né fidanzata e avevo solo 20 anni... chi avrebbe pensato ad una gravidanza quando al settimo mese non hai pancia, non hai vomiti, non aumenti di peso, non hai nausee e hai il ciclo?
Sono rimasta incinta a 38 anni. Di prassi il ginecologo mi ha chiesto se volevo fare l'amniocentesi. Ho risposto di no però lo ammetto poi ho avuto tanta paura che ci fosse qualche problema
Nove mesi lunghi, ma veloci. Un matrimonio, un trasferimento oltreoceano, una casa nuova, addii e arrivederci, baci e abbracci. Felicità, emozione, pianti, sbalzi ormonali, nostalgia, acquisti, tutine rosa. Quella che era una lineetta rosa ed era un "nuovo inizio", oggi è accanto a noi. Si chiama Vittoria e ha due anni e mezzo: è una piccola donna.
Forse la mia storia non è strappalacrime (anche se io sono una di quelle donne che quando legge alcune storie piange come una bambina), ma ho il desiderio di raccontarvi semplicemente il "mio essere madre" e, in quanto tale, fortunata. Ho conosciuto mio marito a 15 anni e oggi abbiamo 5 figli. Di certo non posso comprare loro il giochino di ultima generazione o il cellulare o il tablet. Forse non posso portarli a fare una vacanza chissà dove. Ma vi posso garantire che sono dei bambini felici, allegri e spensierati così come dovrebbe essere ogni bambino.
Potrei scriverne tante di storie: quella di mia mamma che non ha potuto essere nonna per colpa di un tumore... quella mia e di mio marito, che il destino ha fatto incontrare in maniera stupenda e molte altre ancora... ma ho scelto di raccontare la storia del mio piccolo guerriero venuto a portare gioia nonostante tutto e tutti.
Stavo facendo l'ecografia prima del cesareo programmato e la ginecologa mi ha detto che il mio bambino aveva una bradicardia in corso... La corsa in ospedale, il parto d'urgenza, me lo portano via e mi dicono che avrebbe dovuto superare la notte. La notte più lunga della mia vita
Oggi ho due bimbi e vivi ogni attimo ringraziando Dio. Ho pregato tanto e mai, mai, avrei scelto di porre fine alla vita di mio figlio. Anche dopo tutto quello che ho passato.
Era la mia seconda gravidanza. Tutto andò bene, finché non diagnosticarono a mio figlio nel pancione una ventricolomegalia. Fu un colpo per me. Trascorsi giorni a cercare informazioni su internet. Un dottore mi spaventò molto, dicendomi che avrei dovuto decidere se abortire o no. Ma io, memore delle informazioni che avevo letto, decisi di optare per la risonanza magnetica al cervello del piccolo Diego e per un'amniocentesi completa
Durante la seconda gravidanza, nonostante andasse tutto bene, iniziai ad avere una folle paura del parto. Scoprii anche che la mia bimba era in posizione podalica. Mi rivoli a un'osteopata, la quale mi disse questa frase: "Se la tua bimba a questo punto della gravidanza si è girata, un motivo c'é, e parte da te. C'é qualcosa che ti blocca e lei lo sente. Pensaci". A quel punto capii tutto. La mia paura e il mio terrore mi stavano bloccando. La mia paura di partorire naturalmente mi stava preannunciando un cesareo ancora più difficile. Ecco la mia storia.
Per tutte le MAR, mamme a rischio, gestanti coraggiose, un coraggioso grazie. Perché loro non sono spaventate dall'aver messo su pochi o troppi chili, dalla leggera nausea persistente, dal sesso con il partner che cambia connotazione, dai fisiologici mal di schiena, o dal fatto di non poter fare la tinta o non mangiare il salame. No, quello che spaventa le MAR, solo il profondo del loro cuore e di chi ha vissuto esperienze simili può capirlo... ma tutte vinceranno la loro battaglia. Con fede, forza d'animo, istinto di protezione del proprio cucciolo. Al quale già si insegna qualcosa di importante: impara a non mollare mai.
Il cuoricino della mia bambina nel pancione ci ha tenuti con il fiato sospeso fino alla 22esima settimana. A quel punto tutte le preoccupazioni sono rientrate. Ho partorito a 37 settimane e mezzo. La mia piccola è bellissima e sta bene. Il dottore le ha visitato il cuoricino per 40 minuti e non ha trovato nessuna anomalia.
Quando rimasi incinta non me ne accorsi subito. Il mio lui, purtroppo, non prese bene la notizia e si allontanò da me. Adesso mi sento messa su una croce. Perché io stessa non sapevo quello che stava accedendo nel mio ventre. Sono al quinto mese e a cinque giorni e sono sempre triste. Io lo amo ancora, vorrei che formassimo una famiglia
La piccola oltre all'idrope fetale, aveva la trisomia 18 e la trisomia 20. Un caso rarissimo dove la piccola praticamente non avrebbe avuto compatibilità con la vita.
Sono stati mesi duri, di lacrime e dolore. Mi fecero il raschiamento: ero alla 14esima settimana. Lei era piccola, ma l'amavo già.
Ho scoperto di essere incinta alla 17esima settimana. Avevo già un bimbo, lo stavo allattando e non ho avuto né nausee, né voglie strane. Però delle strane capriole nella pancia mi hanno fatta pensare...
Sono rimasta incinta velocemente e alla prima visita era tutto a posto. Poi però i valori della translucenza erano sballati e la dottoressa mi disse di fare la villocentesi. Uscii dall'ospedale in lacrime. Feci l'esame prescritto, ma dentro di me sapevo che qualsiasi fosse stato l'esito, quel bimbo ormai era il nostro bimbo, e io già lo amavo sopra ogni cosa. Poi finalmente una telefonata: "suo figlio è sano ed è un maschietto".
L'ho scoperto l'ultimo giorno di lavoro prima della maternità guardando le ultime analisi: ero positiva al virus del citomegalovirus. Mi hanno fatta partorire a 38 settimane e per fortuna il mio topino è risultato negativo.
A 29 settimane di gravidanza ho scoperto di aver preso il citomegalovirus. A 39+5 è nata Noemi, con 3450 kg e 52 cm: bella e forte, positiva al virus in tutto (sangue, urine, saliva). Ha fatto la terapia antivirale prima in ospedale, poi privatamente e da 3 anni è negativa in tutto. Ed è una peste!!!
Quando scoprii di essere incinta, ero all'ennesimo cielo. Ma durante la prima ecografia, la dottoressa mi disse che il bambino aveva un problema e che rischiava di non essere sano. Fu quello l'inizio di un incubo: affrontai molti esami, tra cui la traslucenza nucale e la villocentesi. Ci rivolgemmo poi a uno specialista. Passai il periodo più egoista della mia vita. Finché arrivo quel giorno. Il giorno in cui ho deciso che comunque fosse andata, non avrei abortito.
Alcune delle rinunce che una mamma fa.
Perché sa che non sono rinunce e basta, ma sono piccoli tasselli verso la maternità, verso il suo divenire mamma.
Alla ventesima settimana di gravidanza, il dottore mi disse che avevo troppo liquido amniotico. Lo chiamò poliidramnios. Mi dissero che dovevo stare a riposo assoluto. Giunta alla 37esima settimana, ebbi dolori fortissimi e mi ricoverarono. Il mio parto fu travagliato e difficile: si verificò un prolasso del cordone e i medici dovettero portarmi in sala operatoria. Ma per fortuna e "per miracolo" mia figlia si è salvata. Con il mio racconto vorrei dare una speranza a chi sta vivendo quello che ho vissuto io.
Quando io e mio marito decidemmo di dare un fratellino al nostro Riccardo, pensai che, essendo il secondo figlio, sarebbe stato tutto facile e veloce. Ma non fu così. Dopo poche settimane di gravidanza, il medico mi disse che non c'era battito. Ero distrutta. Ma dopo poco tempo, una ostetrica mi consigliò di fare le beta e scoprii che ero invece stra-incinta!
Ero al quinto mese di gravidanza ed ero tranquilla. Poi, una notte, quelle perdite. Il mio ginecologo mi ha detto quello che non avrei mai voluto sentire: il mio bambino era morto
Durante il primo parto, al settimo mese, una mattina mi si ruppero le acque: per fortuna era sabato e mio marito era a casa.
In ospedale i dottori rilevarono che non avevo perso tutto il liquido, quindi mi consigliarono di restare a letto con flebo per bloccare contrazioni e cortisone per i polmoni del bimbo.
Andò tutto bene finché la sera di domenica iniziai a sentire le contrazioni, nonostante l'infermiera però mi dicesse che era impossibile. Iniziai a sentire freddo e a un certo punto vidi che tanti dottori...
Mio figlio è bello, è sano. Ormai è un lontano ricordo il viso di quella dottoressa e le sue parole non le dimenticherò mai. "Se il bambino avesse la sindrome di down lo terresti lo stesso??". In una visita successiva mi disse anche: "L'ecografia va bene, nessuna malformazione, ma non vuol dire niente. Parli con suo marito per vedere cosa dovete fare, perché la possibilità c’è". Io le risposi:"Io questo figlio me lo tengo anche se è malato! Io ad abortire non ci penso proprio. L’amniocentesi non la faccio".
Sono mamma di Alice di 7 mesi, che è tutta la mia vita. La bimba è stata voluta per qualche anno. Non avendo un ciclo regolare, per me non è stato molto semplice. Ogni volta perdevo le speranze. Alla fine, durante una visita medica a causa di una brutta gastroenterite, il dottore mi fece un'ecografia... e si vide subito la mia bimba... che si muoveva già da parecchio! Ora sono una mamma felice.
Il ginecologo mi guarda e dice: "Sei di 5 settimane, ma non andrà avanti, fattene una ragione". Oggi ho un bellissimo bambino di 4 anni. E' nato sì prematuro, ma per colpa del ginecologo che non ha mai messo in conto quei due mesi.