Insomma l'inizio è stata duro e così anche il ritorno a casa. Ho pianto giorni interni e ogni tanto capita ancora. Il mio compagno mi è stato molto accanto. Mentre ero in sala parto mi ha detto che sua mamma si è lasciata andare a dire: "L'importante è che assomiglia a te", nonostante lui piangesse preoccupato per me e il piccolo, lei ha saputo solo dire così.
Fortunatamente dopo una settimana sono partiti per un mese, ma da quando sono tornati, sono a casa nostra tutti i giorni!
Io ci tengo che possano fare i nonni, ma questi sono mesi importanti e gli unici che potrò dedicare al mio bimbi tutto il giorno.
Inoltre loro non sono mai venuti da noi perché è sempre stata casa mia nonostante il mio compagno vivesse già con me, ma per via della loro antica mentalità, lui era lì, ma non lo diceva!
Assurdo!
Loro ora arrivano alle 7.20 circa quando ceniamo e stanno lì per un'ora, devono sempre prendere il bambino in braccio anche se dorme e se lo sto allattando. Come finisce di poppare, lo prendono.
Io non reggo più questa situazione e piango spesso, ma il mio compagno si arrabbia con me perché pensa che lo faccio per una questione di antipatia, nonostante ho cercato di spiegarmi poi volte... così a volte vanno papà e piccolo a cena dai nonni e io resto a casa... Un po' a riposare, un po' a piangere...
Come posso risolvere, se lui non mi ascolta?
Loro sono tre egoisti e di un'altra epoca per capirmi...
di L.
(messaggio arrivato per email a redazione@nostrofiglio.it)
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