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Mentre allattavo mia figlia ho scoperto di avere la leucemia

di mammenellarete - 26.09.2019 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
L'allattamento è uno dei momenti più intimi, magici ed emozionanti nella vita di una mamma, ma per Michela non è stato così. Mentre allattava la sua seconda bambina, ha scoperto che la sua vita sarebbe cambiata.

La mia storia inizia nel marzo del 2015, quando in seguito a un malessere diffuso, che durava ormai da un bel po' di tempo, mi sono recata al pronto soccorso per indagare, perché avevo capito che c'era qualcosa che non andava.

Dopo avermi fatto tutte le analisi, è venuto fuori che c'era un'anomalia nei valori del sangue. Poi, trasferita nell'ospedale in cui ho iniziato le terapie, la malattia ha avuto la sua denominazione precisa: era una leucemia linfatica acuta di tipo B.

Sono sprofondata nella disperazione: la scoperta della malattia coincideva con la fase di allattamento della mia seconda bambina. Pensavo che tutto quello che era appena iniziato stesse già finendo. Mi sono comunque sottoposta alle terapie del caso.

I primi cicli di chemioterapia non hanno sortito l'effetto sperato. Ho avuto poi la fortuna di incontrare personale specializzato e preparato che mi ha saputo sostenere e che mi ha dato l'opportunità di aderire ad un protocollo sperimentale, che non si basa su classici farmaci chemioterapici.

Comunque, sapevo già che considerati i miei precedenti di refrattarietà alla terapia classica, avrei dovuto sottopormi al trapianto del midollo osso. Una volta comunicatomi che era stato trovato il donatore, abbiamo cominciato a prepararci per il trapianto, che non è stato facile.

In quel momento ero spaventata, impaurita, scioccata da ciò che mi stava succedendo. Avevo lasciato a casa le bambine. Il ricovero per il trapianto richiede giorni di isolamento, in una stanza asettica, lontano da tutti. Passavo il tempo a guardare i cartoni animati, in modo da scandire gli orari delle mie figlie dal letto d'ospedale, per sentirle più vicine e per rendermi conto che fuori c'era la loro vita che andava avanti, nella quale io avrei voluto e dovuto rientrare al più presto.

Il 21 ottobre del 2015 ho ricevuto il midollo osseo dalla mia donatrice: so soltanto che è una ragazza tedesca e non di più, per motivi di privacy.

Di lei mi basta sapere che è una persona generosissima, al punto tale da permettermi, oggi, di raccontare la mia storia.

Ci sono alcuni oggetti importanti per me, che mi riportano a ciò che ho vissuto. Durante i giorni di malattia avevo sempre con me un rosario, che tenevo continuamente in mano. Infatti sono molto religiosa e ho pregato moltissimo in quel periodo.

Poi una signora mi ha regalato un fazzoletto, che era stato in passato posato sulle mani della Madonna di Marta, un paesino vicino Roma. Ho tenuto quel fazzoletto sempre vicino a me, in particolare sul punto del corpo dal quale mi toglievano sempre il midollo.

Il terzo oggetto è legato, in particolare, al periodo del ricovero per il trapianto: si tratta di un pupazzetto delle mie bambine, che tenevo sempre nella mia borsa. Era un piccolo sollievo nell'attesa di poter terminare il percorso in ospedale.

Vorrei trasmettere un messaggio: il dono del midollo osseo è importante. Se avete meno di 36 anni, siete in buona salute e pesate più di 50 chili, potete provare ad andare a fare la tipizzazione, in modo da poter salvare la vita di altre mamme che, come me, hanno il desiderio di vedere crescere i loro figli.

di Michela

La storia di Michela è stata pubblicata in occasione della settimana di sensibilizzazione "Match it now".

"Match it now" è l'evento dedicato alla donazione del midollo osseo e delle cellule staminali emopoietiche promosso dal Centro Nazionale Trapianti, Centro Nazionale Sangue, Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR), dalla Federazione ADMO e dalla Federazione ADOCES, in collaborazione con l’associazione Adisco. La settimana è patrocinata dal Ministero della Salute e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano – CONI. Dal 21 al 29 settembre, in 150 piazze italiane, sarà possibile ricevere tutte le informazioni sul tema e accedere immediatamente al primo screening necessario per l’iscrizione nel Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR).
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