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La nave di Clo e il crowdfunding per il web a misura di bambino

di mammenellarete - 18.11.2011 - Scrivici

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Mamme nella rete intervista Silvia Carbotti di La nave di Clo , progetto impegnato nella raccolta di fondi dal basso per una rete che consenta ai più piccoli di vivere la propria infanzia gioiosamente. Mamme nella rete: Chi è Silvia Carbotti e che ruolo hai nel progetto La Nave di Clo? Silvia Carbotti: Mi chiamo Silvia, ho 31 anni e vivo Torino da una decina. Dopo la laurea in Scienze dell'educazione ho continuato a fare ricerca e ho conseguito il dottorato in Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento. In quegli anni ho deciso di riprendere tra le mani un progetto che era nato per la mia tesi di laurea: immaginare un web adatto ai più piccoli per accessibilità, contenuti e sicurezza.

Non volevo solo studiare le tecnologie dedicate all'infanzia ma provare a mettere in campo le competenze acquisite fino a quel momento e farle vivere per davvero. Così la Nave di Clo dalle pagine della mia tesi e da tutti gli scarabocchi fatti su album, taccuini e tovaglioli è diventato un sito a tutti gli effetti - navediclo.it - e da quel momento non ha mai smesso di crescere.

La nave di Clo è un portale dedicato ai bambini d’età compresa tra i 5 e i 10/11 anni, che offre al suo interno risorse per giocare e imparare in totale sicurezza. Non ci sono banner pubblicitari e i contenuti sono a misura di bambino: colori accattivanti, testi brevi, attività interattive e non solo. Il portale in questi anni (dal 2004 ad oggi) è cresciuto tantissimo, grazie all'apporto di persone che hanno scelto di sostenere fattivamente il progetto. Questo ci ha portato ad avere due riconoscimenti importanti: il WSYA - World Summit Youth Award (settembre 2010) riconoscimento delle Nazioni Unite nella categoria Education e il premio italiano di Save the Children e Adiconsum (maggio 2011), per i migliori contenuti digitali rivolti all’infanzia (fascia d'età 6 - 12 anni). Oggi La nave di Clo è molto seguita da bimbi, genitori e insegnanti in Italia e non solo, ha ottenuto il patrocinio della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Torino e da qualche mese ha anche una versione in inglese.

MNR: Perché il crowdfunding e come avete instaurato un rapporto con Eppela? S. C.: Il crowdfunding è un sistema di finanziamento dal basso. In sintesi non sono grandi istituzioni o grandi partner a sostenere economicamente un progetto, ma piccole risorse donate da singole persone. Credo molto nella partecipazione dei singoli perché scelgono cosa sostenere e cosa no fuori da schemi obbligati. Si sostiene solo se lo si desidera e se si crede nel progetto.

E vorrei che La nave di Clo continuasse il suo percorso su questi presupposti: un progetto condiviso alla base. Eppela è un portale che consente di fare crowdfunding. Per dare vita all'iniziativa ho seguito le istruzioni che vengono fornite sul loro sito. Registrarsi e proporre un progetto. Se questo è coerente con le categorie che intendono supportare, vieni ricontattato e ricevi le istruzioni per completare la tua scheda. In quella sede definisci il periodo di tempo utile affinché le persone possano fare la loro donazione (da un minimo di un mese al massimo di quattro) e l'importo che vorresti raggiungere. Allo stesso tempo definisci delle ricompense per coloro che faranno una donazione. Noi ne abbiamo previste diverse a partire da donazioni da tre euro, fino a quelle più alte da 250. Spillette, shopper in cotone personalizzate navediclo.it, wallpaper, fino a nuovi personaggi che vivono sul portale.

MNR: Quale progetto avete proposto e quale cifra vorreste raggiungere entro quale data? S.C.: Nel 2012 vorremmo realizzare delle nuove risorse dedicate all'educazione alimentare: corretta alimentazione, scelta di cibi sani, minigiochi che aiutino i bambini a capire l'importanza di frutta e verdura nella loro alimentazione. Per realizzare queste risorse occorre chiamare in campo illustratori e sviluppatori che possano offrire un po' più del loro tempo libero e quindi avremmo bisogno di dare loro un piccolo rimborso spese. Il nostro traguardo su Eppela è di 1000 euro in 90 giorni, scadenza il 26 gennaio 2012. La peculiarità di Eppela è che fino al termine dei 90 giorni noi non riceviamo alcuna donazione. Se il 26 gennaio viene raggiunto il tetto dei 1000 euro Eppela ci invia l'intera somma e i contatti dei donatori per inviare loro le ricompense, diversamente se non raggiungiamo i 1000 euro, le donazioni tornano ai proprietari. La procedura per donare è relativamente semplice: andare sul sito di Eppela e registrarsi, quindi andare sulla pagina relativa alla Nave di Clo e scegliere l’importo della donazione.

Quindi procedere con i vari step indicati. Importante è avere un conto paypal o crearne uno nuovo, questo è l’unico modo per donare ed eventualmente per ricevere indietro la cifra qualora non si raggiunga il tetto dei 1000 euro.

MNR: Che cosa significa per voi il web a misura di bambino? S.C.: I bambini usano le tecnologie, questo è un dato di fatto. Spesso lo fanno meglio di noi, si documentano, cercano e conoscono tutte le novità della rete. Il problema è che non tutti gli spazi sono adeguati. E non sempre tutti i genitori sono attenti osservatori da rendersi conto delle pagine navigate dai propri figli. La mia idea è quella di proporre un universo adatto ai più piccoli per linguaggio, contenuti, grafica, colori, usabilità, con il quale possano sperimentare positivamente l’esperienza della navigazione lontano da situazioni non appropriate e con risorse coerenti con il loro sviluppo cognitivo e i loro bisogni. Creare un web a misura di bambino vuol dire impiegare nuove tecnologie per consentire ai piccoli di esprimersi attraverso l’interazione con strumenti vicini ai loro stili di apprendimento, fornendo una piattaforma dove poter creare ed esplorare, sviluppare un più solido senso della realtà pur lasciando viva l’immaginazione e il divertimento.

MNR: Quale urgenza secondo voi spinge chi lavora a progetti per bambini? S.C.: Io credo che oggi occorra dare ai bambini il tempo per essere bambini. Non voglio necessariamente schierarmi a favore o contro le teorie che parlano della scomparsa dell’infanzia, credo però che esistano dei meccanismi, delle circostanze, che allontanano i bambini dal vivere appieno la loro infanzia. Dare vita ad un progetto come La nave di Clo, ma anche a una rivista oppure a un libro per l’infanzia è un tentativo di far vivere ai più piccoli, nella totalità, quel momento meraviglioso che è l’essere bambini …e perché no, fare in modo che possano rimanerlo almeno un pochino anche una volta diventati grandi.

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