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Internet e la sessualità dei più giovani: l'opinione di Vito Giacalone (I-parte)

di mammenellarete - 21.12.2011 - Scrivici

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Internet e gli adolescenti, una riflessione di Vito Giacalone, psicologo e psicoterapeuta,  sui modelli creati dalla rete. Nonostante internet (la rete) sia nata, alla fine degli anni sessanta, allo scopo di garantire comunicazioni stabili tra le sedi delle forze armate statunitensi, in questi ultimi anni si è trasformata per i preadolescenti e gli adolescenti in un sistema sociale, finalizzato al mantenimento delle relazioni on line, importanti quanto quelle off-line (le relazioni quotidiane, faccia a faccia). Recenti ricerche hanno concentrato l’attenzione su quanto la tecnologia dell’informazione influenzi lo sviluppo umano; non a caso è cambiato il modo di esplorare il mondo, di manipolare i simboli e i linguaggi. Tramite la rete i ragazzi costruiscono relazioni, vivono identità altre, sperimentano i propri confini, e sono considerati i nuovi pionieri della relazione umana. È indubbio che la rete funga anche da mezzo per superare le difficoltà insite in qualsiasi relazione, mi riferisco a quelle “faccia a faccia”, e permette a chi non vive tale complicazione, di essere in tempi brevi se stesso, potenziando così lo spazio conoscitivo della propria persona.

Al contrario la rete è anche il luogo in cui inventarsi un’identità immaginata e proiettata all’esterno: il virtuale diventa reale, e il reale virtuale. Le prime ricerche, a tal proposito, ne evidenziavano l’aspetto pericoloso, in cui il perdere identità nella rete corrispondeva nel non riconoscersi nella vita reale.

 

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Internet è la nostra realtà

 

Prova ne sia che i giovani d’oggi (i “nativi digitali”) contemporaneamente, ascoltano musica, chattano, guardano la tv, scaricano file mp3 e video, inviano sms, s’identificano negli avatar (rappresentazioni digitali di sé), comunicano tramite i social network (facebook, twitter, per citare i più conosciuti), e il tutto con una naturalezza sorprendente.

 

Le generazioni precedenti tutt’al più, contemporaneamente ascoltavano musica leggendo un fumetto. Ciò aiuta a comprendere quanto i nativi digitali, da un punto di vista cognitivo, utilizzino le conoscenze e le capacità in tanti modi diversi, in multitasking rispetto ai “pre-digitali”; anche se lo svolgere più compiti simultaneamente, corrisponde, secondo le nuove ricerche, a far tutto male, poiché nel nostro cervello, nel computare più informazioni contemporaneamente, si determina un aumento di stress e perdita di capacità di controllo (deprimendo contemporaneamente i processi di formazione della memoria a lungo termine).

 

I più positivi pensano che le nuove generazioni siano di transizione, ciò significa che l’abilità del multitasking work porterà nel tempo allo sviluppo di nuove intelligenze, ma se tale opportunità non è guidata e direzionata, si aumentano le probabilità che possano diventare fine a se stesse o addirittura autodistruttive. Ovviamente la costruzione delle competenze relazionali e di uno sviluppo dell’identità, in adolescenza, attraverso la rete, non possono essere così metaforicamente prive d’insidie.

 

A conferma di ciò, basti pensare all’immediata ed enorme quantità d’informazioni cui è possibile accedere senza filtri e censure, lecita e illecita.

Su internet s’impara a costruire bombe, scassinare lucchetti e casseforti, acquistare materiale falso (p.e. replay watch) o di dubbia provenienza, acquistare pillole a basso prezzo per migliorare le prestazioni sessuali (cialis, viagra). Il materiale pornografico disponibile nella rete è ben oltre a quello che avremmo immaginato potesse esistere.

 

Se fino a vent’anni fa il 40% delle video cassette noleggiate era specifico del settore della pornografia - un dato poco conosciuto e sbalorditivo di questo mondo sommerso, di cui il 70% era destinato al mercato degli adulti - oggi, le percentuali sono sicuramente più alte e comprendono una fascia d’età che parte già dalla preadolescenza, dagli undici anni. Per chi non lo sapesse (e mi riferisco alle persone che ignorano l’uso del computer, oppure a quelli che ne fanno un uso molto specifico) accedere a tale materiale è di una facilità impressionante.

 

Personalmente l’ho appreso dagli adolescenti (così come diversi colleghi psicoterapeuti), ciò a dimostrazione di come essi siano dentro i meccanismi della rete più di noi.

 

Utilizzando qualsiasi motore di ricerca (p.e. google, mozilla firefox, bing, nch, ecc.), è sufficiente digitare non più di due “parole chiavi”, per essere in possesso della più grande collezione di filmati porno amatoriali e non, in streaming, da vedere interamente e gratuitamente.

 

Pensare che quanto argomentato possa non riguardare i propri figli non facilita la comprensione di ciò che è in atto, poiché il fenomeno è in crescita esponenziale ed è presente in tutte le case dotate di computer (a variare è soltanto il numero di ore trascorse davanti tali siti). Non dimentichiamo che le informazioni tra i giovanissimi transitano a notevoli velocità, esattamente come la loro capacità di connessione. Provo allora a elencare alcuni dei potenziali “rischi” in cui si possono incorrere nel sottovalutare tale emergenza educativa, dovuta a una fruizione non consapevole e senza confini di materiale pornografico tra i giovani.

 

Innanzitutto “nutrire” la mente d’immagini che hanno poco di sentimento e amore, e tanto di mancanza di rispetto dell’intimità dell’altro, facilita la costruzione di un immaginario distorto circa la sessualità, in cui le perfomance, spesso rappresentate da uomini e donne -veri e propri fenomeni da baraccone- sono tradotte come il modo di vivere la sessualità tra gli adulti.

 

Il concepire la vita sessuale come esibizione delle dimensioni dei genitali e di quello che è possibile sperimentare meccanicamente, aumenta la scissione mentale dalla capacità di provare le sensazioni e le emozioni legate all’amore;

 

L’aumento dei disturbi della sfera sessuale, dovuta a false credenze sulla durata dei rapporti sessuali, emulandone e prendendone ad esempio chi della sessualità ne ha fatto un business personale.
Detto in altri termini, ciò che noi adulti abbiamo fino ad adesso considerato estremo della sessualità rischia di divenire il punto di partenza delle nuove generazioni, che auto apprendono, tramite la rete, rendendo quotidiano e naturale ciò che non lo è. Non è da escludere che le pratiche che fino ad oggi sono comprese tra le perversioni sessuali (le parafilie) potrebbero, a breve, non esserlo più.

 

Leggi la prima parte dell'articolo.

 

Per info:

 

press@mammenellarete.it
vitogiacaloneconsulenze@gmail.com
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