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Reinventarsi un mestiere a 40 anni: ora fotografo donne col pancione

di mammenellarete - 26.03.2015 - Scrivici

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Fonte: Angela Cecconi
  Sono una ragazza di 38 anni. Dopo la nascita del mio secondo bambino a distanza di due anni dal primo, mi sono sentita tagliata fuori dal mio ambiente lavorativo. Per questo, spronata anche dal mio compagno, da qualche mese ho deciso di puntare su quello che fino ad oggi era solo un hobby: fotografare donne incinte.

Ho aperto 13 anni fa con un amico una piccola agenzia che si occupa di grafica pubblicitaria, siti internet e fotografia. Il mio amico è un fotografo, e io mi occupavo di grafica. Dopo qualche anno è sbocciato l'amore e da 7 anni stiamo insieme.

Il lavoro era diventato la mia vita, a maggior ragione che lo condividevo col mio compagno. Non esistevano orari, non esistevano week end.

Quando è nato il mio primo bambino, che si chiama Jarno (come Jarno Trulli... ma non si chiama così per lui!), l'arresto si è fatto sentire tantissimo: a lavoro il mio compagno non ce la faceva a fare tutto da solo, io cercavo di aiutarlo da casa, ma era difficile, ero stanca e distratta e quindi facevo poco e lo facevo male. Inoltre, una volta rientrata a pieno regime, dopo 5 mesi, mi ero accorta che ero rimasta indietro. Il mio lavoro richiede un aggiornamento continuo, bisogna "essere sul pezzo" in continuazione, perché le tecnologie e gli stili mutano di continuo. Quindi ho fatto una gran fatica a reinserirmi, senza considerare il fatto che comunque avevo un bambino e che ogni volta che c'era bisogno quale che doveva stare a casa ad accudirlo ero io.

Quando sono rimasta incinta del secondo, dopo due anni, mi sono organizzata per tempo. Abbiamo ampliato lo staff a lavoro in modo che io potessi eclissarmi per qualche mese senza gravare sui ritmi lavorativi dello studio. Adesso che il secondogenito (Jeremy….per rimanere sullo stile!) ha 6 mesi e che io sono stata 7 mesi fuori dalle scene, il reintegro è quasi impossibile: i clienti hanno preso altre persone come punto di riferimento, le giovani leve dello studio sanno creare grafiche molto più belle delle mie!

E qui nasce la mia voglia di puntare tutto su questo progetto chiamato Mamme Belle.

La prima foto a una donna incinta l'ho fatta 8 anni fa fotografando la mia migliore amica Belinda.

Da lì un passaparola fra amiche e amiche di amiche mi ha fatto esercitare e creare il primo portfolio. Ho lavorato i primi anni a titolo gratuito, proprio perché si trattava sempre di persone a me vicine.

Tutte le future mamme erano entusiaste del servizio, continuavano ad arrivarmi richieste sebbene io non pubblicizzassi molto la cosa, essendo piena di altre cose da fare. Così ho creato il sito, mi ha spronato il mio compagno a farlo.

Da un paio di anni quindi il progetto si è allargato ed è diventata una vera attività, sebbene tutt'ora non possa dire di riuscire a fammi uno stipendio pieno grazie a questo lavoro.
Quando si dice "prendi l'arte e mettila da parte" io mi trovo pienamente d'accordo. Se non avessi avuto questa passione, se non mi fossi esercitata per pura voglia di creare qualcosa senza guadagnarci nulla, ad oggi mi troverei senza lavoro, o con grandi difficoltà a reinserirmi nel mio. Invece ho una via d'uscita, ho la possibilità di riscattarmi, con qualcosa che fra l'altro mi dà molto più soddisfazione del mio lavoro "vecchio" e che si concilia molto meglio con il "mestiere di mamma", potendomi gestire gli orari in modo molto più elastico e potendo svolgere parte del lavoro anche da casa.

Io non penso di essere la fotografa più brava del mondo, ma riesco a creare empatia con le mamme, a rompere il ghiaccio già dopo i primi scatti, e questo rende il servizio fotografico un'esperienza già di per sé divertente e rilassante. Poi so come vogliono vedersi le donne, me in primis: ci piace vedersi belle. Quindi, con un po' di ritocco, senza snaturare, ma esaltando la bellezza, faccio diventare quelle donne col pancione delle vere star.

Per alcune mamme siamo già al "secondo turno", ovvero sto fotografando la seconda gravidanza.

Altre mi portano i bambini ogni anno, e così io divento una sorta di "fotografa di famiglia", e questa cosa mi dà tanta soddisfazione.

Non so se riuscirò mai a diventare "qualcuno", a fammi un nome in questo settore,e a vivere solo di questo. So soltanto che di certo ci investirò tantissimo, in termini di tempo, dedizione e passione (e, ovviamente, anche per farmi un po' pubblicità) perché voglio provarci davvero.

Adesso, quando consegno le foto, le mie clienti mi mandano sms o mail di ringraziamento, di complimenti. Fosse mai successo col mio lavoro ufficiale che un cliente mi ringraziava per la bellezza di un catalogo o di un sito internet! Anche la qualità del lavoro per me conta. E se devo stringere la cinghia, ma lavorare con soddisfazione, lo preferisco allo stress di un altro lavoro.

di Angela Cecconi

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