Mi chiamo Paola, ho (quasi) 42 anni e, nonostante due bellissimi bambini di 3 e 6 anni, sono una mamma a basso contatto e quella che segue è, molto in breve, la mia storia.
Da che ho memoria, ho sempre desiderato diventare madre, anche se non ho una gran passione per i bambini (sono strana, lo so, il primo neonato che ho preso in braccio è stato mio figlio a 34 anni, quasi 35), ma per fortuna i miei mi piacciono!
Quando il primo è nato, ero entusiasta... che avventura! Ma rigorosamente... ognuno nella propria stanza e in clinica ho ben pensato di provare a dormire bene per l'ultima volta prima di portarlo a casa e di dire addio al sonno.
Non ho mai avuto la gelosia tipica delle primipare, del tipo: “Nessuno tocchi il bebè, soprattutto se non si è lavato le mani!" oppure "Uuuhhh, che carino, posso prenderlo in braccio?". Certoooo, eccolo, e me lo chiedi pure???
Lorenzo era un bambino delizioso, ma soffriva di coliche. Nei primi due mesi io e il padre ci guardavamo e ci dicevamo: "Ma come si fa per il resto della giornata?"... Perché, soprattutto di giorno, dormiva per 10 minuti, poi si svegliava e io passavo le mie giornate a cercare di farlo dormire.
Poi... ma che ne sa un uomo di cosa vuol dire provare a pulire, ad esempio, il bagno con un bambino così? Metti i guanti, togli i guanti, due ore per finire un lavoro di mezzora! Per non farmi mancare nulla, anche l'allattamento non si è mai "ben avviato" e ho portato avanti un allattamento misto: un incubo.
Prima un'ora a tetta e poi pure il biberon, con l'ansia dell'"Avrà mangiato abbastanza?". Ho allattato per 5 mesi e quando il cucciolo ha scelto di dire: “Basta, fatemi magnà“, ero più sollevata che dispiaciuta. In quei primi mesi, quindi, sono stata in realtà costretta ad essere una madre ad alto contatto: o era in braccio per mangiare o per calmare le coliche!
Ma io mi dicevo che era giusto imparasse a dormire nella sua culla e così passavo ore a sbatacchiare avanti e indietro questa povera creatura, o a passeggiare fino a consumare le ruote del trio.
Ebbene sì, passeggino e non fascia!
Questo pupetto mi stava già abbastanza addosso: almeno a passeggio era una conquista avere le mani libere e soprattutto potermi staccare un pò da lui! L'unica volta che ho usato la fascia è stato in casa per provare a fare le pulizie in un giorno che non la smetteva di piangere, ma è stato un fallimento: odiava stare in fascia, piangeva ancora di più.
Per fortuna, invece, la notte dormiva abbastanza bene, quindi già dai due mesi è stato messo nella sua cameretta. Una mattina mio marito si è svegliato e mi ha chiesto: "Ma dove è Lorenzo??"... Lo avevo messo in camera sua perché di notte era rumoroso e io non riuscivo a dormire! Il lettone rigorosamente solo in caso di febbre o di incubi, se no, ognuno nel proprio letto e tutti... dormiamo meglio.
Che poi... diciamoci la verità... uno si immagina notti di coccole, con il naso sprofondato in quel piccolo collo profumato, quando in realtà i bambini spesso dormono a stella marina o di traverso, tanto da far rischiare ai genitori o la commozione cerebrale per testata o di svegliarsi con un piede in bocca.
Ad ogni modo, i miei piccoli sono la mia vita. Penso che ogni mamma debba sentirsi libera di amarli come meglio crede e riesce, senza sentirsi meno madre se non li allatta o se non cede il proprio letto! Viva tutte le mamme!
di Paola
(storia arrivata alla pagina Facebook di Nostrofiglio.it)
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