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Nostro figlio è autistico. Lo accompagneremo sempre in questo lungo cammino

di mammenellarete - 15.07.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quando nostro figlio compì due anni, iniziammo a vederlo "spento": non ci chiamava più e non interagiva con nessuno. Ci insospettimmo di questo comportamento strano e, dopo vari controlli, ricevemmo la diagnosi: “disturbo dello spettro autistico". Ad oggi, lui fa la terapia Aba regolarmente, e, ogni volta che fa e dice qualcosa in più, per noi è una conquista. Noi ci siamo sempre e resteremo in ogni istante accanto a lui.

Ho 36 anni e sono mamma di uno splendido bambino autistico. Io e mio marito ci sposammo nel 2010 e dopo un paio di anni pensammo di cercare un bimbo.

Fatti i primi controlli, il ginecologo mi disse che avevo un fibroma di 5 centimetri da operare e che, se non lo avessi fatto, le probabilità di rimanere incinta sarebbero state davvero pochissime.

Il tempo passò, la gravidanza non arrivava mai e poi, quando meno me lo aspettavo, ad un normale controllo il medico mi disse: “Signora lei è in attesa”! Vi lascio immaginare il mio stupore!!!!

Il 31 dicembre 2014 sotto un cielo pieno di neve nacque il mio “Miracolo di vita”. Splendido, bellissimo, 4 chili di puro amore! In seguito, tutto sembrava procedere per il meglio, il mio piccolo cresceva senza problemi. Iniziò a pronunciare le prime parole: chiamava papà e mamma e a 13 mesi camminava!

Insomma una vita normale, fino al momento in cui lo vidi cambiare. Aveva ormai 2 anni e 3 mesi e io lo vedevo "spento", non ci chiamava più, non si girava a guardarci se lo chiamavamo, non interagiva più con nessuno e non giocava più con i suoi soliti giochi!

Ci insospettimmo di questo comportamento strano e al controllo ne parlai con la pediatra. Lei mi fece le prime domande e i primi test e giunse da lei il primo campanello d’allarme e la prima ipotesi di diagnosi con richiesta di visita in neuropsichiatria infantile per sospetto “disturbo dello spettro autistico".

La prima doccia fredda, la prima ferita al cuore! Prenotai la visita e la facemmo nel giro di poco, la prima diagnosi arrivò e il neuropsichiatra confermò l’ipotesi della mia pediatra: mio figlio... autistico!

Ricordo di aver pianto così tanto e per così tanto tempo che oggi penso di non avere più abbastanza lacrime! Il medico mi consigliò subito di iniziare con la logopedia e la psicomotricità, ma le liste d’attesa erano lunghissime e decisi di cominciare privatamente.

Mio marito è quello che tra i due ha attutito il colpo con maggiore ritardo rispetto a me. Lui non riusciva a capacitarsi, così decidemmo di avere un altro parere e andammo in un'altra clinica. Anche lì fecero la stessa diagnosi, ma la dottoressa che lo visitò ci consigliò subito il percorso "Aba"!

Cercai di trovare un centro, ma anche lì le liste erano infinite e, purtroppo, privatamente nulla... nessuna terapista e nessuna supervisione disponibili, fino a quando venni a sapere che nel mio paese un'associazione si occupava di bambini autistici. Mi sembrò davvero che in quel momento qualcuno fosse venuto in mio aiuto!

Oggi mio figlio fa Aba regolarmente, e, ogni volta che fa e dice qualcosa in più, per noi è una conquista. Noi per lui ci siamo e siamo sempre presenti. Cerchiamo di non fare mancare nulla al piccolo. Saremo sempre al suo fianco e lo accompagneremo sempre in questo lungo cammino. Noi siamo e saremo la sua roccia.

di Patrizia

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