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Proviamo ad osservare nostro figlio mentre gioca, si muove per casa, organizza i suoi momenti di vita quotidiana: lavarsi, vestirsi, mangiare. Troveremo molti spunti per capire cosa possa significare “su misura” per un bambino. Innanzitutto, significa a sua portata e, cioè, da un punto di vista funzionale, fruibile direttamente dal bambino: cassetti che possa aprire, spazi per i giochi che possa riempire e svuotare in modo autonomo, scaffali che servano non a mostrare libri o giochi ma che e consentano la loro diretta consultazione. Su misura significa quindi innanzitutto a sua misura.
La domanda che si pone il papà di Giorgio è tuttavia ancora più profonda e riguarda un secondo aspetto: come deve essere uno spazio perché tu ci stia bene e abbia voglia di usarlo? La risposta non può essere breve né identica per tutti i bimbi, tuttavia alla luce di alcuni loro bisogni vitali possiamo provare a rispondere con tre aggettivi ineliminabili, che funzionino come un suggerimento e un invito: uno spazio a misura di bambino deve essere trasformabile, esplorabile, emotivamente immersivo.
Trasformabile: non uno spazio rigido e pieno di vincoli, ma piuttosto modificabile e polifunzionale che favorisca il gioco e la creatività. Esplorabile: il bambino deve potersi muovere in autonomia e liberamente. Emotivamente Immersivo: un luogo che accoglie, un “rifugio” che favorisce la fantasticheria e il rilassamento.
Un applicazione concreta di queste riflessioni sulla cameretta: la Tana del Lupo.
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