Un “pezzo di stoffa” che mi ha fatto diventare mamma! Il titolo è un po’ strano lo so. Ma la mia storia parla di questo. Di una mamma che si è sentita inadeguata finchè un “pezzo di stoffa” non è venuta a salvarla.
In realtà non si tratta davvero di un po’ di stoffa a caso, anzi, sto parlando del babywearing, in particolare di fasce (prima elastiche poi si passa alle rigide che hanno una trama particolare “diagonale”). Ma non sono qui a darvi dritte su questo mondo ma a parlare di me e della mia famiglia.
Sono diventata mamma dopo 2 anni di attesa, delusioni e speranza. Esatto, non sono fra le fortunate che ho deciso di avere un bambino e dopo qualche mese di tentativi ce l’ha fatta. Io e mio marito abbiamo lottato insieme e dopo la prima ICSI (siamo stati fortunatissimi!) ero già incinta! Una felicità estrema!
Non sto a raccontarvi cosa significa il prima, voglio solo dire che è stato faticoso e che forse questo “percorso” ha influito nel mio essere mamma oggi.
Gravidanza ottima, parte il travaglio naturale, ma al momento delle spinte la mia bimba perde completamente il battito. Entrano in sala una decina di dottori e io inizio ad agitarmi. Ma dovevo essere forte per lei e poi in cuor mio sapevo che sarebbe andato tutto bene.
Finisco in sala operatoria per il cesareo d’urgenza, ma la bambina è bellissima e in splendida forma. Anche questo spavento forse ha influito nel mio essere mamma oggi. Ero così spaventata e indolenzita. Tremavo tutta, due ore e ancora non avevo avuto in braccio la mia bimba. Ma ecco che mi portano nella stanza delle puerpere, la prendo in braccio, si attacca al seno, io smetto di tremare. La mia gioia. Indescrivibile.
Ma iniziano i problemi di allattamento. Lei è una bimba famelica, e a me la montata ha tardato ad arrivare.
Piangeva disperata e io non sapevo più che fare. Passavo ore al seno ma dopo ore non usciva nulla e lei strillava.
Devo dire che non mi sono trovata bene al nido dell’ospedale. Avrebbero dovuto aiutarmi di più, Magari darmi un’aggiunta temporanea e poi spiegarmi come toglierla.
Il giorno della dimissione, a casa, mi viene la montata. Ingorgo. Lei ha strillato tutta la notte e ho mandato mio marito a prendere del latte artificiale. La quiete. Da lì un mese di tentativi sbagliati, dottori diversi con idee diverse.
Quando per la seconda volta mia figlia era calata di 2 etti in una settimana ho deciso di fare allattamento misto. Una perdita per me, una delusione, mi sentivo una mamma di serie B. Eh si, perché oggi se non si allatta sei una mamma che non ce l’ha fatta. Ma questo è un altro discorso.
Niente, io ero dimagrita, triste per questa storia del latte mi sentivo una perdente. Mia figlia non aveva neanche 40 gg che è arrivata la bronchiolite. Anche qui pareri diversi e sbagliati del pediatra, siamo finiti in ps che mia figlia era disidrata. L’hanno messa in incubatrice con ossigeno e flebo. Non potevo toccarla. Uno strazio per me. Senza parlare di quando le si era staccata la flebo dalla giugulare.. il sangue.. va be, dopo una settimana la fase acuta passata. Ci dimettono, ma la convalescenza è stata lunga. Lei non riusciva a respirare perciò io ho perso tutto il latte. Si, perché per mantenerlo avrei dovuto tirarmelo. In ospedale l'ho fatto, ma a casa non ce la facevo più.
Esatto, che madre degenere. Non ce l'ho fatta a fare questa fatica.
Dopo circa un mese si era ripresa, ma sono iniziati i problemi con il biberon. Non lo voleva. Capirò dopo che questa sua difficoltà non era altro che colpa mia: io non avevo accettato il biberon e nemmeno lei.
Che tutte le mie ansie, l’icsi, la paura di perderla del parto, il non riuscire a nutrirla con il mio latte, la bronchiolite si riversavano tutte su di lei.
Prima di capirlo arriva lei, la fascia.
Ho iniziato a coccolarla di più, a fare passeggiate, lei iniziava a mangiare di più. C’era sintonia. Dentro quel pezzo di stoffa c’ero solo io e lei. Io, che riuscivo ad ascoltare solo la mia bimba e non le mille “cose che bisogna fare” della società dei parenti degli amici.
Mi sono sentita IO la sua mamma.
Poi la partenza del papà per un mese per lavoro. Il suo ritorno traumatico perché lui si era “perso” un mese della bimba e si sa, crescono così tanto e perciò non la conosceva più! Non sapeva più interagire con lei! Da lì il nervoso suo, il nervoso tra me e lui. I pianti della bimba che percepiva tutto. Poi l’idea : mettiti la fascia. E lì, con lui, in 5 minuti si è addormentata. La quiete. L’amore.
Da lì siamo ripartiti tutti. Non so cosa abbia questo pezzo di stoffa, forse è solo una specie di “copertina di Linus” per noi genitori, ma ci dà forza, ci dà sicurezza. Io non mi sposto più senza perché so che se la bimba si infastidisce per qualcosa quella è la soluzione. La soluzione è l’amore caldo di un abbraccio come se mamma, papà e figlia fossero in un bozzolo pieno di luce in mezzo a tanti “dovresti fare, è meglio così” della società. E se qualcuno osa dirmi che “vizio” mia figlia, rispondo che a me va bene così, che la amo così tanto e l’ho tanto desiderata che voglio godermela in ogni suo respiro finchè lei vorrà.
di una mamma
(l'autrice della storia ha chiesto di rimanere anonima)
(storia arrivata come messaggio privato sulla pagina Facebook di nostrofiglio.it)
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