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La storia di un divorzio

di mammenellarete - 27.05.2009 - Scrivici

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Ci sono momenti nella vita di una coppia in cui si avverte che qualcosa non va, anche quando c'è un matrimonio alla base del rapporto e quando ci sono due figli da crescere. Questa che pubblichiamo è la prima parte della storia di Alessandra, nostra affezionatissima mamma nella rete. "Dalle pagine di questo blog ho raccontato molto su di me e della mia famiglia. Alcune cose, però, non sono ancora venute fuori. I frequentatori del nostro forum sui gemelli, queste cose le sanno e credo sia giunto il momento di raccontarle anche qui. Notizia shock: Nico, il mio compagno, è il padre (anche dal punto di vista biologico) dei miei due figli più piccoli mentre invece le mie gemelle quattordicenni sono il frutto di un matrimonio fallito.

Non è qualcosa di cui mi vergogno, anzi vado molto orgogliosa della nostra grande famiglia “ricomposta”, come vengono comunemente chiamate.

 

Penso di poter affermare che la nascita di un figlio può rendere ancora più coeso e completo un rapporto che è già di per sé forte, con basi solide di amore, stima, comprensione reciproca, condivisione. Lo stesso evento, al contrario, può mettere in grossa crisi e finire per logorare un rapporto di coppia che già vacilla.

 

Avere un figlio è una grande “prova” per chiunque: tutti gli equilibri si spostano, cambiano le priorità. Quando, poi, come primo figlio ci si ritrova ad averne due (o più), il rapporto viene messo davvero a dura prova. I primi mesi possono essere veramente duri, le possibilità, per la mamma gemellare, di cadere in una depressione post partum sono più alte.

 

Io mi sono trovata ad affrontare da sola qualcosa per cui non ero minimamente pronta, il cosiddetto “tsunami gemellare”. Adesso consiglio vivamente alle coppie in attesa di affrontarlo insieme, di fare fronte unito e collaborare. È anche molto importante che i “sintomi” di una possibile depressione vengano riconosciuti subito e non vengano trascurati (o, peggio, derisi).

 

Per me la parte più dura sono state le notti. Le mie figliolette raramente dormivano per più di 2/3 ore di seguito (e naturalmente quasi mai contemporaneamente), quindi ce n’era quasi sempre una sveglia, e la gestione di tutto questo era affidata esclusivamente a me. Così non dormivo, il giorno ero molto giù di morale, mi sentivo inadeguata al mio compito.

 

A quei tempi, non so perché, pensavo fosse “giusto” essere lasciata da sola a cavarmela poiché mio marito lavorava e doveva riposarsi. Dopo anni di esperienza, ho capito che invece non è proprio così. Rimanere chiuse in casa tutto il giorno con i bambini, spesso dopo notti insonni, può provocare nelle neo mamme delle forti forme di stress.

 

I bambini, lo sappiamo, non vengono forniti con il libretto delle istruzioni e spesso la mamma ha bisogno di tempo per riuscire ad interpretare il loro pianto e per riuscire a rispondere in modo adeguato ai loro bisogni. La mamma di gemelli, poi, si sentirà “straziata” quando tutti e due i suoi bimbi piangeranno contemporaneamente e lei potrà confortarne solo uno alla volta.

 

Si sentirà inadeguata e molto sola.

 

Il papà può pensare che le giornate lavorative siano altrettanto stressanti, ma dovrebbe fare una piccola riflessione: uscire di casa, avere conversazioni con altri adulti, andare al bagno e fare la pausa caffè senza essere interrotti sono piccoli ma importanti lussi che la mamma, in casa, non può concedersi. Inoltre la mamma che rimane a casa è in servizio 24 ore su 24 7 giorni su 7.

 

Ma tutto questo l’ho imparato col tempo e sulla mia pelle ho vissuto la situazione peggiore. Così lentamente ma inesorabilmente, sentendomi sola, non capita, i miei sentimenti verso mio marito si sono spenti. È stato un po’ come aprire gli occhi e rendersi conto di una realtà molto diversa da quella che si voleva vedere. Ho cominciato a vedere tutte le nostre incompatibilità, tutte le differenze, dal nostro modo di vedere e affrontare la vita a come occuparsi dei figli.

 

Ho “tirato avanti” ancora per qualche anno, un po’ per abitudine, un po’ perché un passo del genere mette paura a chiunque, ed io ne ero molto spaventata (e avevo ragione ad esserlo…). Poi ora c’erano queste due bimbe di mezzo, che nel frattempo crescevano felici, belle e intelligenti.

 

Continua...

 

Alessandra Rossetti

 

www.gemellinfamiglia.it

 

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