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Endometriosi e gravidanza difficile: nonostante le difficoltà non ho mai mollato

di mammenellarete - 12.10.2017 - Scrivici

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Fonte: Ipa
A 25 anni mi hanno diagnosticato un'endometriosi al quarto stadio. Per due anni sono stata in menopausa farmacologica, poi la scelta di provare ad avere un bambino con la fecondazione assistita. Rimango incinta, ma al quarto mese c'è il rischio d'aborto: così passo il resto della gravidanza a letto. Poi finalmente è nato il mio cucciolo. Un bambino meraviglioso, nonostante una grave cardiopatia. 

"Questa è la storia del viaggio che mi ha portato te". Era il 2008, avevo 25 anni e avevo iniziato da un anno la storia con quello che sarebbe diventato mio marito, ero andata da sola a fare un controllo di routine dalla ginecologa, avevo un ciclo molto doloroso da costringermi a letto e quando mi sedevo sentivo forti dolori al basso ventre, la mia ginecologa dopo la visita mi prescrisse solo degli ovuli per una piccola infiammazione, me ne andai titubante.

Passarono alcuni mesi, iniziavo ad avere dolori durante i rapporti e sentivo la pancia come un macigno quando mi sedevo, dentro di me sentivo che c'era un problema e così prenotai un eco transvaginale.

Dopo una settimana incontrai questo ginecologo, che come vide le immagini mi disse che dentro di me c'era un mostro, chiamato endometriosi, quarto stadio, aveva creato cisti in entrambe le ovaie che si erano riempite di sangue, la più grande misurava 5 cm, fu una doccia gelata.

Il mese dopo con i risultati dei marker tumorali alle stelle mi prescrissero una risonanza magnetica, che confermò la diagnosi infausta di endometriosi.

Ne parlai con il mio fidanzato, spiegando che forse non avrei potuto avere figli e che sarebbe stato meglio per lui trovarsi una compagna sana, senza mostri. Ma lui rimase con me.

Dopo un paio di mesi la ciste grande era arrivata a 8 cm e mi chiamarono per l'asportazione per via laparoscopica.

L'intervento durò circa tre ore, eliminarono la ciste asportando gran parte dell'ovaio destro e pulirono il sinistro, quasi sano, eliminarono tutti i focolai presenti tra intestino e vescica e mi misero in menopausa farmacologica per due anni.

Passano i mesi e il mio compagno ed io decidiamo di avere un bambino, pur sapendo dei limiti dell'impresa, (lui un anno prima era stato operato di varicocele ma con analisi buone), comunque tentiamo.

Proviamo due anni di cui sei mesi di integratori e rapporti mirati con monitoraggio follicolare, uno strazio senza successi.

Io ogni notte fissavo sotto la finestra il posto vuoto senza culla e piangevo. Qualche mese dopo prendo coraggio e chiamo la clinica per l'appuntamento per la procreazione assistita, il medico ci dà meno del 30% di probabilità di riuscita.

Inizio una cura di cortisone, aspirina ed eparina e poco dopo arrivano i farmaci per la stimolazione ormonale, inizio fiduciosa, produco otto ovociti, ne restano vivi cinque fecondati quattro, ma sento che uno di quegli ovetti sarà il mio bimbo. Il 28 novembre mi vengono impiantati due embrioni.

Durante la breve anestesista totale sogno un bimbo maschio su un fasciatoio che gioca con i piedini. Dopo due lunghe settimane finalmente le mie beta positive e il mio miracolo si attacca con le unghie e con i denti a questa vita.

All'inizio del quarto mese, quando tutte iniziano a godersi la gravidanza, mi sveglio di notte per andare al bagno e sulla carta c'è sangue, tanto sangue, troppo sangue. Piango e urlo a mio marito che ho paura di aver perso il bambino. Dopo mezz'ora siamo in ospedale e mi chiedono di sedermi e io mi scuso per il sangue sulla sedia (ora mi viene da sorridere ma forse ero sotto choc), mettono la sonda e lo sento, sento il battito forte e prepotente di mio figlio. Mi ricoverano dieci giorni, metà del sacco amniotico si è staccato.

Cinque mesi di letto e punture ma alla fine a 38+5 settimane nasce il nostro miracolo. Leonardo, che vuol dire forte come un leone perché lui questo nome se l'è meritato tutto.

Leonardo è nato con una grave cardiopatia scoperta a 20 settimane, ha fatto tre interventi a cuore aperto in due anni, è un bimbo vispo e meraviglioso.

Nonostante tutto quello che abbiamo passato non mi pento di nulla, e invito tutte voi a non mollare mai.

mamma Enrica

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