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Immobile dopo la nascita. Per fortuna un giovane dottore lo portò in terapia intensiva

di mammenellarete - 10.08.2018 - Scrivici

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Fonte: Ipa.com
Subito dopo il parto, appena nato, un bambino piange, il mio invece era muto. Chiedevo aiuto, ma le infermiere non mi davano retta. Per fortuna un giovane dottore passò dalla mia stanza e portò il piccolo subito in terapia intensiva, dove restammo per una settimana. Oggi mio figlio sta bene e ha due anni e mezzo. Ma è stata dura.

Scrivo per raccontare la storia del mio bimbo, anche lui è stato in terapia intensiva. Subito dopo il parto, appena nato, un bambino piange, il mio invece era muto. Non mi fecero quella "maledetta anestesia". Il piccolo venne al mondo una settimana prima, dunque soffrì.

Mi ricordo che poco prima del parto un infermiere senza camice era di passaggio, lui mi diede un colpetto sulla pancia e il mio bambino venne fuori. Aveva bevuto un po' di liquido. Mentre mi mettevano i punti, il bambino era tra le braccia del mio fidanzato, non lo sentivo piangere e chiesi perché non lo udissi.

Loro mi dicevano: "E' tutto okay!" Io rispondevo: "No, non è tutto okay. Se fosse tutto a posto, lo sentirei piangere". Poi mi fecero uscire fuori dalla sala operatoria. Provavo molto dolore a causa dei punti. Mi diedero il bambino e lo misero sul seno, ma sentivo che era fermo e dissi al mio fidanzato di chiamare qualcuno. Le infermiere risposero che era il bebè a non volersi attaccare al seno.

Ad un certo punto chiesi di nuovo al mio fidanzato di chiamare qualcuno. Il bimbo non si muoveva. Per fortuna passò un dottore giovane che lo prese, lo portò in sala operatoria e poi lo fece mettere in incubatrice. Subito dopo i dottori e il mio fidanzato lo portarono di corsa in terapia intensiva.

Nel frattempo mi portarono in camera. Avevo perso molto sangue e mi diedero due sacche di sangue. Aspettavo notizie del mio bambino. Finalmente, il giorno dopo, il mio fidanzato mi portò dal piccolo. Io ero seduta in carrozzina e non avevo forze. Giungemmo in una stanza e i medici mi dissero che dovevo lavarmi, mettere camice, mascherina, ecc.

Vedere il bambino lottare con la vita nell'incubatrice, toccarlo le fessure della macchina, sentire quei suoni, vedere quei genitori come noi che speravano, con cui avevamo fatto amicizia... fu duro per noi.

Siamo stati fortunati. Quel dottore giovane ha salvato mio figlio. Io piangevo tanto nell'ascoltare il pianto del mio bebè mentre gli facevano prelievi. Piuttosto che sentirlo piangere, avrei preferito subire il dolore al posto suo. Siamo rimasti per una settimana in terapia intensiva, poi abbiamo portato il piccolo a casa. Ora ha due anni e mezzo ed è vivace e sta bene.

di Ketty

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