Home Storie Il bimbo cresce

Mio figlio ha il diabete di tipo 1 ed è vivo per miracolo

di mammenellarete - 07.07.2020 - Scrivici

mamma-e-bambino
Fonte: Shutterstock
Mio figlio ha il diabete di tipo 1. Devo farmi forza e affrontare questa malattia per il bene di mio figlio. Naturalmente non è semplice, anche perché soltanto io - e non il padre - mi sono fatta carico di questa malattia e sono andata avanti per la mia strada. Ormai non esiste più niente intorno a me.

In questo articolo

Mi chiamo Maria, ho 38 anni e sono di Napoli. Vi racconto la mia storia. Sono mamma di un bambino dolcissimo di nome Ciro che ha 9 anni. Prima di avere lui, purtroppo ho avuto tre aborti e sono stata malissimo. Sono arrivata al punto di pensare che non sarei mai diventata mamma. Ma con il passare del tempo e soprattutto dopo tante cure, anche invasive, si è scoperto da dove arrivasse il problema!

Il mio ex marito aveva un problema di varicocele, è stato operato, ha fatto una lunga cura e finalmente dopo tempo ho scoperto di essere incinta. Per tutte le donne sicuramente sarebbe stata una bellissima notizia, ma per me non proprio. Anche perché erano tornate in me tutte le ansie e le paure di un ulteriore aborto. Ma non è stata così la gravidanza: procedeva sempre, tra alti e bassi, e spesso ero a riposo.

Passano questi mesi. Non so come, arrivo alla 36esima settimana, faccio il tracciato e, parlando con un dottore dell'ospedale (avrei dovuto partorire in ospedale) che quella giornata è di turno, gli spiego che farò il cesareo. Lui, con tutta la tranquillità di questo mondo, mi dice che quella non è una clinica privata e che non decido io come partorire... ma è tutto in base al parto stesso.

Quel giorno, scioccata da questa notizia, mi rivolgo a un ginecologo che conosce una mia zia e gli dico che io devo avere il cesareo. E così è. A 38 settimane mio figlio nasce con tre giri di cordone al collo e con poco liquido amniotico. Ma finalmente posso stringere il mio piccolino tra le braccia e tutto ciò non mi sembra vero. Ma il bello ancora deve ancora arrivare. Iniziano i primi problemi di salute per me: ho le piastrine così basse che si pensa abbia la leucemia, ma per fortuna non è così.

Mio figlio ha il diabete

Intanto con i vari controlli ospedalieri e una dose massiccia di cortisone, io cambio anche fisicamente e da lì iniziano i problemi con mio marito, tanto che lui va in depressione. Quindi inizia anche una cura per lui: dottori di qua e di là... ma la nostra vita va. Finalmente sia io che lui iniziamo un po' a riprenderci, quando dietro l'angolo ci sta aspettando un qualcosa di inaspettato e terribile.

La mia avventura inizia quando parlando con mia mamma: le dico che Ciro fa tanta, tanta, tantissima pipì e naturalmente beve tantissimo. Ignara di tutto, credo che sia normale: il bimbo beve e fa la pipì. Ma non è così. Mi convinco di chiamare il pediatra, il quale mi dice di fargli l'esame delle urine e di chiamarlo appena sono pronte le risposte. Chi se lo dimentica quel giorno... sembra ieri... ritiro il referto e chiamo il pediatra e gli dico che mio figlio ha 1 grammo di zucchero nelle urine.

Dall'altro lato del cellulare il silenzio. Mi dice solo: "Questo è grave". Io gli rispondo che ho capito che qualcosa non va bene. Mi dice di correre a casa e di fare un controllo glicemico al bambino e di fare presto. Ma non riesco a capire nulla, non mi do' nemmeno il tempo di salire a casa che mi richiama e mi dice di correre subito al Policlinico, dove c'è un équipe di medici che mi sta aspettando e mi ripete sempre di fare presto. Arrivati lì, tutte quelle persone con quei camici bianchi prendono mio figlio dalle mie braccia e lo portano in infermeria. Mi fanno mille domande ma io sono così confusa che non ricordo nemmeno la data di nascita di mio figlio. Dopo molto tempo riescono a mettergli la flebo, in realtà è attaccato ad un apparecchio.

..

Passa quella maledetta notte, arriva la professoressa e mi dice: "Signora, suo figlio ha il diabete tipo 1 ed ed è vivo per miracolo, perché aveva 800 di glicemia". L'ennesima doccia fredda: tanta paura, ma io non ho mai versato una lacrima, non posso permettermi di piangermi addosso. Devo farmi forza e affrontare questa malattia per il bene di mio figlio. Naturalmente non è semplice, anche perché mi sono fatta carico solo io di questa malattia e sono andata avanti per la mia strada. Ormai non esiste più niente intorno a me, ma solo mio figlio e questa malattia, chiamata diabete.

Iniziano le notti in bianco per fare i controlli al piccolino, che ha appena solo 18 mesi. Passano i giorni e il rapporto con mio marito è sempre ai ferri corti. Ma di lui non mi importa più, perché non mi è mai stato vicino nemmeno con un abbraccio. Ci siamo allontanati piano piano. Ho combattuto contro tutto e tutti. Mi sono separata da mio marito, che tutt'ora che sono passati 9 anni, non ha capito nulla della gravità della malattia di mio figlio, dice solo che sono troppo apprensiva. Gli uomini non capiscono mai niente. Ho insegnato a mio figlio a vivere con molta filosofia, non mi sono mai nascosta quando dovevo far l'insulina anche per strada.

In quel momento penso solo a lui e della suscettibilità della gente non mi interessa. Mio figlio è un bimbo molto sereno e gioioso. Ma non vi nascondo che non è facile. Devi dire: "questo sì questo no, ora non puoi devi fare la siringa". Dentro di me urlo e piango dal dolore. Avrei voluto una vita normale per mio figlio, ma non è stato così. Ad oggi faccio sempre tutto da sola e quando sta con il papà sono sempre molto preoccupata, perché non lo sa gestire, nemmeno nel dargli la dose giusta di succo o di insulina.

Ma a mio figlio non ho mai fatto mancare nulla: se vuole il gelato o la pizza basta che facciamo un po' di insulina in piu ed è felice anche lui.

Poi con l'estate si rischiano di più i cali glicemici e siamo costretti per lo più a stare a casa con il condizionatore acceso. Durante le notti, insonne, continuo a farle, ma ormai mi sono abituata. Stando sempre negli ospedali, ti rendi conto di quante malattie brutte esistono e che soprattutto ci sono tanti bimbi che non tornano più a casa e diventano angioletti. Quindi anche se non si dorme mai e tutto ruota sempre intorno al mio piccolino, so che posso ancora stringerlo tra le mie braccia.

di Maria 

Hai anche tu una storia da raccontare? Scrivi a redazione@nostrofiglio.it

TI POTREBBE INTERESSARE