La prima marsupioterapia è meravigliosa e tragica. Bellissima perché posso dare il mio primo bacio alla piccola e tragica perché lei è piccolissima e piena di tubicini. Sembra una rana e sinceramente è proprio brutta, tanto che dico a mio marito che avevamo messo al modo una scimmia. Ora è una bellissima bambina... Ogni giorno di marsupioterapia è un piccolo passo in avanti. Infatti inizia a respirare, non ha problemi di cuore e nel giro di 15 giorni facciamo la marsupioterapia senza tubicini e senza bip bip. E lei comincia ad avere sembianze di bambina.
In quei giorni di novembre faccio i turni con mio marito negli orari di entrata. Io vado alle 8 di mattina, mio marito alle 11. Alle 14 entro io, per restare fino alle 17.30 e alle 20.30 con mio marito. Poi rimane con gli angeli della neonatologia. Tutti i pomeriggi dalle 14 alle 17.30 facciamo marsupioterapia. A dicembre inizio a darle il latte nel biberon. Vi dico solo che io inizio da 40 ml. Figuratevi che i primi giorni le davano 4 ml con la siringa.
Questi ricordi mi fanno venire un magone... Il giorno dell'Immacolata una dottoressa mi dice: "Signora se Beatrice continua così ve la ritrovate sotto l'albero". Io sono incredula dato che Beatrice è la più piccola di età gestazionale. La più piccola, ma la più combattiva.
La mia guerriera. Ogni giorno mi spiegano qualcosa che mi servirà per aiutarla a casa. Anche cambiare il panno è difficile, io ero abituata con il primogenito nato di kg 4. Però imparo e inizio anche a farle il bagno. Poi il 19 dicembre mi dicono che se la bambina arriverà a più di 2 kg, potranno dimetterla. I bambini prematuri possono essere dimessi già con kg 1.800, ma lei era nata troppo piccola.
Il 23 dicembre vado da lei e mi dicono che posso andare a prendere il necessario per farla uscire.
Così corro a casa e ritorno a prendere la mia scimmietta di kg 2050. Il regalo di
Natale più bello della mia vita. Anche se il giorno delle dimissioni mi dicono che la bambina ha avuto una emorragia celebrale e che dopo sei mesi dovremo fare la risonanza magnetica.
Per i primi sei mesi la tengo sotto una campana di vetro e ogni mese la porto a fare un vaccino specifico per i prematuri. Arriva la data della risonanza e l'esito è che c'è una macchia, ma i dottori non riescono a dirmi se ci sono problemi.
Io faccio tutte le visite consigliate e i controlli. Certo Beatrice fa tutto con ritardo, ma tutti mi dicono che è normale. Inizia a camminare a 18 mesi. Ma sembra tutto nella norma. Al compimento dei tre anni io noto che la bambina dice poche cose. Il linguaggio è quasi a zero così decido di portarla da una
logopedista.
A marzo 2017 la piccola inizia a fare
logopedia, ma i medici mi consigliano di andare a fare un controllo in una determinata fondazione medica per avere una diagnosi specifica. Per fortuna il ricovero mi viene confermato per giugno 2017. Rimango in ospedale 10 giorni, durante i quali
le fanno tantissimi esami, RM, EEG, visite oculistiche, genetica e tanto altro. Purtroppo il giorno delle dimissioni mi dicono che la bimba ha un ritardo cognitivo che si porterà dietro per tutta la vita.
L'emorragia celebrale ha causato danni permanenti e mi dicono che posso ritenermi fortunata perché per la posizione in cui si trova l'ematoma Beatrice avrebbe dovuto essere cieca e paralizzata. Ritardo medio. Può fare solo logopedia e psicomotricità, per arricchire la sua mente e aiutarla a raggiungere una minima autonomia.
IL secondo controllo viene prenotato per dicembre 2018. Purtroppo nei mesi tra la prima e la seconda visita Beatrice peggiora. Linguaggio quasia zero e manifesta aggressività e violenza. Così alle dimissioni mi consigliano uno psicofarmaco che la deve calmare e quindi lavorare sulla sua attenzione. Io a malincuore accetto, ma devo convincere mio marito a firmare per farle prendere il farmaco. Gli effetti collaterali sono tantissimi, ma capiamo che è l'unica strada da percorrere.
Anche se all'inizio ero scettica, dopo tre mesi si vedono i risultati. Beatrice è più calma, non scappa più, non mi riempie di botte e all'asilo comincia a partecipare con la classe. Mio marito mi dice: "Santo farmaco!". In questi mesi di farmaco Beatrice è migliorata tanto. Anche il linguaggio è migliore: adesso dice delle piccole frasi compiute di sette o otto parole, è dolcissima, ama stare con i bimbi. Purtroppo il Covid per lei è stato un trauma. Le sue abitudini sono state distrutte e stare chiusa l'ha bloccata.
A settembre 2020 siamo tornati alla fondazione medica. E, dopo il solito controllo durato 5 giorni, mi hanno detto che la bambina ora è più collaborativa, che dobbiamo lavorare di più e che a livello cognitivo risulta una bambina di poco più di 3 anni. Domenica 18 ottobre 2020 compirà 7 anni, quindi la mia felicità non può essere al massimo.
Io spero di avere la forza sempre di poter stare accanto a Beatrice perché la strada è ancora lunga e lei deve arrivare ad essere autonoma, anche solo un minimo. Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedicato e concludo dicendo che i bambini prematuri sono bambini speciali, forti e combattivi, ma alcune volte sono destinati a combattere per tutta la vita.
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