Sono una mamma come tante altre, con pregi e difetti esattamente come tutte noi, e trovo davvero triste, quando si parla di allattamento, leggere sempre una sorta di guerra tra chi allatta al seno e chi ha preferito la formula, leggere accuse di egoismo verso sia chi ha deciso di allattare a termine o, viceversa, verso chi ha scelto di non provarci nemmeno.
Una sorta di competizione dalla quale dovrebbe uscire la mamma migliore ma che invece vede solo delle perdenti. Fortunatamente l'amore verso un figlio è a prescindere dal metodo con cui scegliamo di nutrirlo.
Quando abbiamo partorito ci siamo tutte trovate davanti alla scelta di come nutrire i nostri piccoli (che peraltro arrivano sempre sprovvisti di manuale di istruzioni) e penso che, semplificando un po', si possano distinguere quattro categorie (sebbene ogni situazione sia ovviamente unica e personale).
Allattamento, quattro categorie di mamme
1. La mamma che sceglie di allattare al seno perché per lei è la conseguenza naturale di un parto, pressochè imprescindibile. Considera l'allattamento al seno un'esperienza magica e non è disposta a rinunciarvi facilmente anche se la sua strada non è necessariamente in discesa.
Spesso conosce che esistono numerosi supporti per far partire questo benedetto allattamento e non esita a ricorrere all'aiuto delle puericoltrici, mamme della Leche League o addirittura vere e proprie consulenti professionali quali quelle IBCLC.
2. La mamma che sceglie di iniziare subito con la formula perché non le piace l'idea di allattare, ha una situazione familiare che le renderebbero gravoso questo impegno che non può essere derogato a nessuno per molti mesi, per esperienze traumatiche passate o per mille altri motivi che solo lei può sapere.
3. La mamma che vorrebbe tanto allattare, ci prova, ma alla fine è costretta a desistere perché, a fronte delle varie problematiche che si trova ad affrontare, non ha avuto supporto a livello familiare e professionale.
Non sa dove sbattere la testa e l'unico consiglio che le viene dato è quello di smetterla di intestardirsi perché tanto crescono bene comunque. Magari sente in colpa per non essere riuscita ad allattare.
4. La mamma che non voleva allattare ma che alla fine ha ceduto e lo fa controvoglia per pochi mesi solo perché qualcuno, la società, la suocera o chicchessia si aspetta questo da lei. Vive questo momento con crescente peso e magari si sente anche in colpa perché 'non sa apprezzare la fortuna di avere il latte'.
Quali differenze ci sono tra queste mamme? Una sola. Le prime due 'categorie' hanno potuto scegliere (per carattere, perché si erano documentate prima ecc..). Le altre due no; si sono trovate a subire una condizione che non volevano e che di certo non fa bene alla loro serenità e a quella del loro bimbo.
E questa è la cosa drammatica! Togliere la possibilità di scelta a queste mamme perché altri, di fatto, decidono per loro condizionandole. Sarebbe doveroso che chi vuole allattare venisse seguita e sostenuta tanto a livello familiare che professionale, ma, aimè, spesso sono in primis i pediatra a smontare questo desiderio rifilando la formula alla prima difficoltà.
Allo stesso modo, nessuno dovrebbe permettersi di imporre una propria visione, un proprio desiderio, ad una mamma che vorrebbe dare subito il biberon. Quindi mamme…. Smettiamo di giudicarci, di attaccare le scelte altrui solo perché magari non le comprendiamo, anche quando ci sembrano estreme o inconcepibili. Dietro c'è una mamma con un suo vissuto, con i propri desideri e le proprie fragilità.
Non è sbagliato voler allattare a termine, come non lo è decidere che essere in simbiosi h24 con il proprio bambino non fa per noi.
Di certo, ciò che è sbagliato è non permettere di scegliere e di vivere con serenità la propria scelta.
di Silvia
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