Ma perché molti bambini hanno paura dell’acqua?
I primi segnali di questa fobia compaiono intorno ai cinque anni d’età per poi scomparire verso i 12 anni, l’età dell’adolescenza, con l’apice della sua espressione intorno ai sette anni. Il piccolo esprime i sintomi della paura dell’acqua quando comincia ad agitarsi al momento del bagnetto, comincia a fare i capricci, a temporeggiare prima di entrare in acqua e se la mamma comincia a innervosirsi e a costringerlo o a minacciarlo, non fa altro che complicare la situazione. La fobia colpisce circa 3 bambini su 100 e ancora non sono certe le cause che stimolano questo tipo di timore che solo rare volte permane anche nell’età adulta.
Questa paura ha anche delle ripercussioni negative su altri comportamenti del piccolo, come il rifiuto di imparare a nuotare e quindi di una condivisione a livello sociale quando si va al mare o in piscina, in estate.
Come combattere questo disturbo?
La maggior parte del lavoro la fanno i genitori che devono in primis tranquillizzare il piccolo e poi cercare, nel migliore dei modi, di farlo avvicinare all’acqua e cominciare a far si che il piccolo instauri un rapporto con essa. Tutto ciò in piena tranquillità.
Nessuna forzatura
Questa è una vera e propria paura e non solo un capriccio, quindi non bisogna assolutamente forzarlo e costringerlo ad andare in mare, la sua fobia potrebbe ancora di più accentuarsi o prolungarsi per molto più tempo, quasi a diventare un trauma vero e proprio.
Tranquillità circostante
Il bambino ha bisogno di sentire tranquillità intorno e non forzatura o nervosismo perché questo non fa altro che accentuare la sua fobia. Inoltre, deve sentirsi rassicurato e non sentirsi solo davanti ad una situazione del genere perchè, nel caso volesse provare ad immergersi in acqua, deve avere la certezza che qualcuno possa tenerlo sottocchio e salvarlo in caso di pericolo.
Il comportamento dei genitori
Il genitore è la figura fondamentale e primaria a cui il bambino fa riferimento per qualsiasi cosa e se anche mamma o papà sono spaventati e non sono sicuri quando cercano di immergerlo in acqua, allora questo forse servirà a ben poco e sarà solo una perdita di tempo. Nemmeno spingerlo in mare o in piscina è di grande aiuto. Parlare con il piccolo e spiegare la situazione serve a rassicurarlo, magari portando anche un esempio pratico può servire a convincerlo che l’acqua non fa paura e che può anche farlo da solo senza il timore che qualcuno possa spingerlo improvvisamente.
salvagenti
“missione”
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