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un parto gemellare spontaneo, senza l'aiuto del cesareo, ha richiesto molta fatica e energia
E allora si prepara in modo accurato il loro "mondo" tutto ciò di cui, queste piccole creature, che hanno appena conosciuto il mondo all'infuori dell'utero materno hanno bisogno. Carrozzine, biberon, sterilizzatore,vestitini, latte da usare se si ha bisogno di fare la "giunta" e una buona scorta di pannolini. Sì, perchè nei primi mesi il compito che ci si trova a fare più spesso è proprio questo: oltre ad allattarli, a cambiare pannolini. Ed essendo due, queste cose vengono ripetute ogni due o tre ore per due bambine.
Cambiano e vengono stravolte le abitudini che si avevano prima che nascessero. In ospedale il nostro compito è alleggerito dall'aiuto di parenti e poi, quando ho partorito io i bambini la notte non venivano lasciati in camera con la mamma, ma ad una certa ora, la sera venivano portati al nido. Già questo era un grande aiuto, cosicchè, la notte avevo la possibilità di riposare.
Ma, arrivate a casa , bisogna contare sulle proprie forze. Ciò che ricordo meglio sono proprio le poppate notturne, nelle quali facevo molta fatica a svegliarmi. Soprattutto la sera ad una certa ora, mi sarei fatta una bella dormita, ma era proprio l'ora in cui, magari dopo poco dovevo allattarle. Bisogna cercare di non essere troppo stanche e nervose, perché i bambini sentono le nostre emozioni: ansia, stress e nervosismo. Per questo, il mio consiglio è di non cercare di essere autosufficienti nell'accudire i bambini, soprattutto se gemelli. E' importante chiedere e ottenere l'aiuto dei famigliari. Anche perché a meno che non si ha nessuno vicino, con due gemelli il voler fare tutto da soli , è quasi impossibile.
Se invece, non si ha aiuto, bisogna per forza fare altrimenti. Personalmente, non ho mai rifiutato l'aiuto dei parenti a me vicino, perché fin da subito ho capito che era molto pesante e stancante doversi occupare da sola di tutte e due. Questo perché mia cognata prima di me, ha avuto i gemelli, per cui ho avuto un esempio molto "da vicino" di cosa voglia dire affrontare questa esperienza. Bellissima nel tempo stesso difficile.
Arrivate a casa, bisogna imparare a conoscere i bambini che fino a 9 mesi prima sono vissuti nel nostro grembo materno. I loro ritmi biologici, la loro indole, il modo di esprimersi e soprattutto i loro bisogni. Sono come "un nuovo libro che ci accingiamo a leggere". Sono momenti nei quali i bambini, hanno bisogno di molte attenzioni: essere cambiati, cullati mangiare, dormire.
Nei primi mesi, ad ogni minimo movimento mi ritrovavo ad osservare se dormivano, se erano messe nella giusta posizione, se respiravano.
Al minimo rumore mi precipitavo da loro. Con il tempo tutta questa apprensione iniziale svanisce, perché si incomincia a riconoscere i loro bisogni, i loro pianti e le loro richieste. Anche se personalmente nonostante erano due, non ho mai avuto problemi di dormire. Le tre ore di interruzione fra un pasto e l'altro le hanno sempre rispettate. Tutto questo è un vero e proprio "lavoro". Porta a lungo andare ad avere giornate nelle quali ci si sente stanche e nervose. Ed è proprio in questi momenti, che bisogna avere la consapevolezza di chiedere aiuto. Ne gioverà il rapporto mamma/bambini. E nel contempo ci aiuterà a riappropriarsi della nostra vita, dei nostri spazi, per evitare di annullarsi. Può sembrare strano, ma dopo diversi mesi che ci si occupa solo ed esclusivamente di loro, si sente il bisogno di "staccare" di fare qualcosa di alternativo. E diventa importante anche solo uscire un attimo, per alleggerire la tensione, che si accumula nello svolgere sempre le solite cose tutti i giorni.
E' bellissimo prendersi cura dei propri figli, accudirli, vederli crescere, notare in loro ogni giorno un piccolo progresso, un sorriso, una pernacchia. Basta così poco per farci sorridere e farci tornare il buon umore. Ma bisogna cercare di trovare un po' di tempo anche per noi stesse. Altrimenti, troppo stanche non riusciremo a occuparci dei bambini e anche loro ne risentono.
Il periodo più critico sono i primi mesi, quando i bambini hanno molte esigenze, soprattutto quella di dover mangiare la notte. Dopo pochi mesi, già quando le poppate notturne vengono eliminate, sembra di rinascere. La notte per noi riprenderà il suo vero significato, correlato a riposo e la mattina sarà un piacevole risveglio. I bambini stanno crescendo e ci aspettano nuovi traguardi ed esperienze. Il gattonamento, lo svezzamento, i primi passi. Ma questo è tutto un altro mondo...
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