Si tratta di un comportamento autolesionista, che provoca dolore alle mani e che trova nel portarle alla bocca un anestetico naturale. Perciò più si va avanti con gli anni, più questa abitudine si radica, rende le unghie deboli e anche dal punto di vista estetico, spiacevoli. Gli aspetti negativi dell'onicofagia sono quindi tanti e vanno combattuti: rosicchiare le unghie è sintomo di malessere (lieve o di una certa entità), di ansia e insicurezza; è veicolo di microbi e infezioni virali dalle dita alla bocca e vice versa; compromette l'uso delle mani sul lavoro (perché stanno sempre in bocca); è esteticamente sgradevole. Nei bambini può essere una manifestazione di forte disagio o insicurezza, in quanto l'onicofagia è un atto autolesionistico, che esprime forse rabbia, ansia, senso di colpa, e si può combattere andando alla ricerca di alternative per scaricare la tensione. Niente punizioni o minacce, quindi, per chi si mangia le unghie, ma ascolto e gioco, coccole e distrazioni, per spostare il fuoco dell'attenzione fuori da sé e rendere costruttivo un atto distruttivo.
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