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Non mangia la pappa: sono capricci?

di Valentina Camen Chisari - 12.06.2013 - Scrivici

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Dopo qualche giorno capimmo che nostro figlio si era stufato dei soliti sapori, dovevamo “arricchire” di fantasia i nostri menu. Una cosa è certa: dovevamo ascoltarlo, come sempre, perché il ruolo dei genitori non è solo quello di imporre la propria volontà, ma capire quella del proprio figlio e comprendere se si tratta di “capriccio”  bello e buono oppure no. Mica facile, ma è anche questo il bello no?

di Valentina Carmen Chisari

 

Quando Lorenzo aveva pochi mesi, le passeggiatine per le strade o anche nei centri commerciali erano un toccasana per tutta la famiglia: lui si rilassava e spesso si addormentava anche, e mamma e papà staccavano un po’ la spina dal tam tam quotidiano.

 

Divertentissime per tutti, poi, furono la gita in treno e in funicolare, allora Lorenzo aveva già quattordici mesi e la cosa gli piacque molto! Le uscite erano anche gradevoli da fare perché per il pranzo e merenda fuori porta riuscivamo sempre a non sgarrare con le sue abitudini quotidiane, usando thermos e borse frigo per la pasta e lo yogurt; Lorenzo infatti, non ha mai amato prendere il latte dal biberon per cui abbiamo sempre tenuto molto al fatto che assumesse latticini sotto altri formati.

 

A un certo punto, però, qualcosa è cambiato: il vasetto di yogurt, l’unica cosa che continuavamo a imboccargli dato che dai dieci mesi nostro figlio mangia da solo, entrò presto a far parte della sua sfera d’indipendenza per cui cucchiaino in mano, pochi canestri in bocca e tutto sui vestitini.

 

Dopo un po’, capimmo che si era stufato e non voleva più mangiarlo. Stessa storia per il pranzo e la cena: i suoi piatti preferiti da un giorno all’altro cominciarono a non riscuotere più il solito successo

 

Come dovevamo fare? Dal seggiolone pappa lo “trasferimmo” nella sediolina da tavolo, in modo da avvicinarlo di più a noi, e la cosa per un primo tempo funzionò; dopo un po’, però, Lorenzo esternò senza mezzi termini di voler mangiare e toccare tutto quello che c’era sui nostri piatti, anche se erano le stesse pietanze delle sue lui voleva proprio le nostre!

 

E per di più alla vista del pane mollava tutto e mangiava solo quello.

 

Ma era giusto assecondarlo? Si trattava di richieste lecite o solo di capricci infondati e pure pretesti per non mangiare? Fino a quel momento eravamo riusciti a fargli mangiare tutto quello che volevamo, in un certo senso, ma adesso cominciavamo a non avere più questo potere di azione.

 

Dopo qualche giorno capimmo che era inutile scervellarsi: magari si era stufato dei soliti sapori, dovevamo “arricchire” di fantasia i nostri menu, o forse si trattava solo di un modo per voler dimostrare di essere più grande, di assomigliare e imitare i propri genitori.

 

Una cosa è certa: dovevamo ascoltarlo, come sempre, perché il ruolo dei genitori non è solo quello di imporre la propria volontà, ma capire quella del proprio figlio e comprendere se si tratta di “capriccio” bello e buono oppure no. Mica facile, ma è anche questo il bello no?

 

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