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Ninnananna e musica, aiutano mamma e bambino

di mammenellarete - 05.02.2009 - Scrivici

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La ninnananna è quella nenia che riesce, se la mamma è fortunata, a far addormentare il bambino.

Può essere cantata o musicata.

Certo, esistono anche mamme musiciste: improvvisatrici di filastrocche con accompagnamento! Per le mamme un po’ “fuori nota”, l’aiuto viene dal commercio: i carillon colorati , magari con animaletti e fiorellini appesi, sono la soluzione ideale; perché servono anche ad attirare l’attenzione del bambino verso qualcosa che è fissa e ripete sempre lo stesso movimento.

La musicalità della voce è molto rilevante per la crescita del bambino: lo aiuta a sentirsi protetto e lo stimola alla comunicazione. Il bebè, con la ninnananna della mamma, (o delle persone a lui vicino, come la “tata”), riesce a riconoscere il calore della persona umana e a distendersi per un sonnellino tranquillo. I bambini, quando sono ancora troppo piccoli, non comprendono il significato delle parole. In alcuni casi, forse, è anche meglio: Ninna nanna, ninna oh! Questo bimbo a chi lo do? Glielo do all’uomo nero che lo tiene un anno intero!”. Crescendo, capiranno il significato dei termini e ricorderanno, come una rievocazione inconscia, quelle azioni che compivano da piccolissimi, mentre ascoltavano quelle note. L’importanza della musica è un dettagli da non tralasciare. Se il bambino ascolta sempre la stessa ninnananna prima di andare a letto, l’assocerà ad un’unica azione:dormire. Cominciare a cantargli qualche canzoncina, già da quando è ancora nella pancia, gioverà alla sua vita fuori dal pancione. In effetti, dalla 24esima settimana di gestazione, il bambino riesce ad avvertire i suoni provenienti dall’esterno e, quindi, a riconoscere la voce di mamma e papà che, solitamente, sono le persone a lui più vicino durante i nove mesi.

Alcuni esperti consigliano, alle donne in gravidanza, di ascoltare musica classica. Le ripercussioni che la musica può avere sia sul feto che sulla madre, sono benefiche. Per la mamma, la musica, aiuta a stimolare endorfine e facilita il rilassamento dei muscoli (che ricordiamo, in gravidanza sono le parti del corpo più messe a dura prova).

Il suono arriva attenuato, al feto, per via della presenza del liquido amniotico, ma contribuisce comunque a sviluppare il riconoscimento del suono e, quindi, a formare l’inizio di una memoria musicale.

Repetita iuvant, dicevano i latini!

Questo consiglio vale anche per le mamme. Ripetere sempre le stesse parole con lo stesso ritmo (tipico delle filastrocche o della ninnananne), serve a creare quasi un’abitudine nel bebè e servirà a trasmettergli sicurezza e tranquillità.

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