"Sono vigile del fuoco volontaria. Ci chiamano sempre in queste circostanze. So che cosa si deve fare, so chi si deve chiamare. Non immaginavo che avrei dovuto farlo io quel giorno, tornando a casa velocemente, dopo quella telefonata che mi aveva messo un po’ in agitazione….”Dove sei? Sbrigati. Dobbiamo andare a fare la spesa…”.
Da un po' di giorni eri particolarmente agitato e nervoso. Certo, quando ci siamo conosciuti mi avevi raccontato di essere bipolare, ma non mi sembrava una cosa così grave. Qualche volta eri molto giù, qualche volta decisamente un po' troppo euforico. Non avevo mai voluto leggere niente a riguardo… non sapevo che i bipolari più di altri malati di depressione lo fanno. Non mi avevi mai raccontato di averci già provato una volta… nemmeno tua sorella me lo ha mai detto. Io mi preoccupavo solo di tirarti su di morale e mi riusciva spesso ed anche bene.
Il carabiniere mi accarezza il braccio con dolcezza... la delicatezza e gli abbracci anche di persone estranee o solo conoscenti in questi momenti sono di grande conforto. ”Signora, i medici stanno tentando di rianimarlo…”…
”Se me lo portate fuori vivo lo ammazzo io…”
Bravo ci sei riuscito… ed ora cosa faccio della mia vita? Chi si prende cura di me?… con chi dormo io stanotte? …dovete ricoverarmi…
Qualcuno mi propone di incontrare una psicologa… certo che la voglio incontrare… che alternative ho? E’ una cosa devastante quella che mi sta succedendo, lo so…
La psicologa arriva prestissimo, mi lascia dare in escandescenze e alla fine le dico: ”voglio solo dimenticare… mi aiuti a dimenticare”.
E poi come un automa vado ad espletare le pratiche burocratiche dai carabinieri, ma la mente è attraversata da un solo pensiero…. brutto cretino ti sei dimenticato che stavamo provando ad avere un bambino….
oddio potrei aspettare un bambino… che non vedrà mai suo padre…
E questo bambino, anzi questa bambina, quel giorno viveva già in me.
Quante paure durante la gravidanza… e se il trauma di quel giorno facesse male alla mia bambina? No, forse no… ci sono miliardi di mamme in attesa che sopravvivono ai terremoti… ai bombardamenti… ed i loro bimbi nascono comunque sani e belli.
Di questo ti sarò sempre grata… mi hai lasciato un fardello di dolore, ma anche un fagottino da cullare.
La nostra bimba è stata la gioia immensa che mi ha permesso di raddrizzare la testa dopo questa “secca badilata”… Dio toglie… Dio dà…
Tua figlia ha oggi quattro anni. E' un mostro, un ciclone, è la vitalità in persona. Ironia della sorte….
Il tempo senza te nonostante tutto è trascorso, tra alti e bassi. E’ vero che il tempo è un grande galantuomo…
Ora a me non manchi più… ma manchi a lei. Quando sarà più grande le racconterò della grande paura che ti ha sconfitto. Sto leggendo tanti libri che mi aiuteranno a farlo nel modo migliore.
Questa volta voglio essere pronta…
Per ora mi limito ad amarla anche per te, a parlarle di te, lei me lo chiede spesso.
Il primo giorno di scuola andrò a prenderla a scuola insieme ad un papà in carne ed ossa che presto, spero, ci darà una sorellina…."
di mamma Alessandra
Leggi anche la storia: Il mio mondo mi è crollato addosso
(storia arrivata per email a redazione@nostrofiglio.it)
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Aggiornato il 11.10.2017