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Lorenzo e la sua diagnosi di autismo a 2 anni

di mammenellarete - 11.01.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Abbiamo avuto la diagnosi di autismo di Lorenzo a 2 anni e 9 mesi. Oggi parla e miglioriamo sempre più. Le paure non scompaiono, l'incognita sul futuro è tanta, ma continueremo a lavorare. Perché il volto di Lorenzo sia sempre illuminato dal suo splendido sorriso.

In questo articolo

Lorenzo e la sua diagnosi di autismo

Lorenzo ha oggi 5 anni e ha ricevuto la diagnosi di autismo a 2 anni e 9 mesi.
Lorenzo ha uno sviluppo normale fino a circa due anni, secondo figlio dopo Alessandro, di due anni più grande, il quale aveva iniziato a parlare comunque a due anni.

Lorenzo però a due anni non parla affatto, si esprime con versi e non c'è lallazione, che pure aveva da piccolino. Prima allerta della pediatra alla visita dei 2 anni, non parla, attendiamo la visita dei 2 anni e mezzo per valutare. Intanto iniziano quelli che avremmo poi identificato come comportamenti problema e che inizialmente scambiavamo per capricci, opposizione tipica dei "terribili due anni", ma che si accentuano sempre più rendendo nostro figlio un bambino difficile da capire e da gestire. Frequente il buttarsi a terra, disperarsi, lanciare oggetti, così come l'incapacità di giocare in maniera funzionale. La pediatra a due anni e mezzo, poiché Lorenzo non diceva ancora una parola, ci prescrive una visita neuropsichiatrica infantile.

Non sapevo che cosa fosse l'autismo

Io non avevo alcuna consapevolezza di cosa fosse l'autismo e non ci pensavo, non essendo qualcosa che conoscessi. Nella mia testa c'era stata una regressione nel linguaggio e nei comportamenti per cause esterne. Intanto durante la visita neuropsichiatrica del 9 settembre Lorenzo non si fa visitare, in braccio a me piangeva solo, abbiamo solo potuto raccontare noi qualcosa ai medici, i quali comprendono che occorre approfondire e mi portano ad un ricovero immediato con lui di 5 giorni, durante i quali mi sottopongono un'infinità di test, cercano di fare test di gioco a Lorenzo senza alcun risultato e gli fanno esami medici.

Dopo una settimana circa, la diagnosi. Lorenzo è nello spettro autistico, con un livello 2 (diciamo intermedio).

La morte interiore. La disperazione. Le parole che risuonano nella mia testa da parte della neuropsichiatra che parlano di sostegno a scuola, invalidità.

.. tutto troppo grande da elaborare in quel momento.

Ci rivolgiamo a una associazione di genitori

Per fortuna con la lucidità del papà riusciamo a rivolgerci ad un'associazione di genitori che ci fa entrare in contatto con quella che sarebbe diventata la supervisor dello splendido gruppo di terapia di Lorenzo. Facciamo le pratiche per l'invalidità e riusciamo in corso d'anno ad avere il sostegno a scuola (Lorenzo iniziava l'infanzia quell'anno).

Dalla diagnosi in poi insomma si mette in moto una macchina molto dolorosa e necessaria, fatta di tanti bassi e inizialmente pochi alti, di tante lacrime, di messa in discussione a 360 gradi, di tempo che non esiste più per sé, di conoscenza e di studio, di scoperta di nostro figlio. Di domande sulla necessità di un sostegno psicologico per noi, poi mai attivato.

E mentre passavano i mesi iniziali mi tornavano in mente quelle parole della dottoressa: "Signora prenda la diagnosi come lo strumento necessario per aiutare suo figlio", quel pezzo di carta che serve ad ottenere invalidità, sostegno a scuola, assegno per le terapie. E da lì in poi ho capito che non potevo continuare a piangere ma occorreva reagire, perché non si trattava di me, di noi, ma di Lorenzo e della sua vita, soprattutto a prescindere da noi proiettandoci nel futuro. E che ogni istante della nostra vita sarebbe dovuto andare nella direzione di aiutarlo ad essere sempre più autonomo e indipendente da noi, integrarsi nella società per soffrire il meno possibile, imparare a comunicare soprattutto. Era quello il problema principale.

Lorenzo comunica con i segni!

Grazie ad un meraviglioso team e alla collaborazione tra famiglia, gruppo di terapia e scuola, Lorenzo ha prima iniziato a comunicare con i segni (con il nostro scetticismo iniziale sul fatto che non avrebbe mai parlato) e poi pian piano sono venuti fuori i primi suoni, vocali, lettere, parole e man mano che aumentava la sua capacità di comunicare si abbassava la soglia dei comportamenti problema perché chiaramente diminuiva la sua frustrazione.

Abbiamo capito cosa sono i sovraccarichi sensoriali (Lorenzo ne ha soprattutto a livello tattile, con i vestiti un problema continuo, tanto c

he siamo andati avanti per un anno con tre magliette sbiadite e bucate e per un'estate intera solo con canottiere bianche!).
Ma a distanza di due anni posso solo dire a tutte le famiglie che si trovano in una situazione di incertezza mista a disperazione che assolutamente è fondamentale arrivare presto ad una diagnosi e attivarsi il giorno dopo, cercare il giusto gruppo di terapia (ABA) e lavorare sodo senza fermarsi mai. Solo così possiamo aiutare i nostri figli. Si tratta della loro vita e noi abbiamo il dovere di agire per migliorare le loro condizioni di vita.

Ora Lorenzo parla

Dopo due anni di terapia Lorenzo parla (non si comprende ancora tutto tutto ma ci siamo vicini), interagisce con i pari età, gioca in maniera funzionale e soprattutto ha una gran voglia di migliorarsi, di mettersi alla prova. E lo fa in maniera gioiosa.
Le paure non scompaiono, l'incognita sul futuro è tanta, ma continueremo a lavorare. Perché il volto di Lorenzo sia sempre illuminato dal suo splendido sorriso.

Di mamma Valentina

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