I dati dello scorso anno sembrerebbero giustificare una tale presa di posizione: 2.300 ragazzi espulsi dagli istituti per avere aggredito i propri educatori o i propri compagni, 2 professori su 5 fatti oggetto di violenze personali. «Solo così possiamo tutelare i diritti di chi vuole crescere e studiare davvero» ha chiosato Gibb.
Ecco, come riportato da laStampa.it, i quattro cardini del percorso.
- 1. I professori hanno diritto di fare ricorso alla forza fisica, con l’unica avvertenza di non ferire i ragazzi, per impedire comportamenti antisociali.
- 2. Gli insegnanti possono intervenire non solo perché spinti dall'uso di armi, droghe e alcol da parte degli allievi come previsto dalla legge vigente, ma anche per dissuaderli dal maneggiare telefoni cellulari, mp3, dispositivi elettronici, materiale pornografico e ogni altro oggetto considerato improprio.
-3. Gli educatori possono imporre i cosiddetti «provvedimenti di detenzione» senza le 24 ore di preavviso previste dal governo Brown. Il ragazzo punito, in sostanza, può essere costretto a fermarsi nelle ore pomeridiane per essere sottoposto a lezioni di recupero senza passare da casa.
- 4. Ai professori che vengono accusati di maltrattamenti o di comportamenti scorretti è assicurato l'anonimato per non esporli a possibili calunnie.
«Lo facciamo per gli studenti, non per gli insegnanti», assicura Gibb, che per il primo giro di rappresentanza ha scelto di visitare la St. Gregory's School, l'istituto cattolico premiato lo scorso anno come scuola più disciplinata del Paese. «Qui i ragazzi portano splendide divise blu. Dal 2011 vorrei che in ogni istituto primario e secondario fosse indossata una divisa».
La progressista Christine Blower, responsabile del sindacato degli insegnanti, abituata a essere abbandonata come una spiaggia in ottobre nelle sue battaglie a difesa della categoria, ha commentato secca: «È giusto intervenire sui ragazzi che superano il limite, i tentativi di violenza sessuale e l’uso dei coltelli sono ormai il nostro pane quotidiano».
Solo l'Università di Hull ha prodotto una ricerca per mettere in guardia il governo. «Tra telecamere negli istituti e minacce di ritorsioni corporali i giovani, terrorizzati, smetteranno di avere fiducia negli adulti, ameranno di meno lo studio e dunque impareranno di meno».
Ma siamo così sicuri che il rispetto si conquisti con la forza fisica? Che ne dite, mamme?
Foto di estherase