Con lei ho imparato cosa vuol dire amare ed essere amate
“Era come se per la prima volta nella mia vita venissi a contatto con la realtà. Dopo un'adolescenza passata tra le nuvole, per la prima volta mi trovavo a fare i conti con me stessa. Eravamo sole, io e lei, col mondo intero pronto ad accoglierci... Ricordo che l'ho guardata e la prima cosa che ho pensato è stata: "Adesso che faccio?" Ero letteralmente in preda al panico, ma l'istinto che magicamente si era svegliato in me mi ha accompagnata in ogni mio gesto verso di lei.
Siamo cresciute insieme attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, tra percorsi frastagliati e momenti indimenticabili. Con lei ho imparato cosa vuol dire amare ed essere amate, grazie a lei ho capito che la vita era veramente degna di essere vissuta...” (Ommi)
Lei prima non esisteva, ora esiste perché è esistito il nostro amore
"La prima ora con vanessa in maggioranza se l'è goduta suo papà...
Lei è nata alle 4,26 di lunedì mattina, pioveva e tuonava. Me l'hanno posata sul petto e ci guardavamo entrambe stupite: ci stavamo conoscendo. Ricordo quegli occhiettini che cercavano i miei e che mi guardavano incuriositi, il piccolo tepore del suo corpicino nudo sul mio petto....
Poi l'hanno presa ed accudita e l'hanno data a suo papà mentre io mi dedicavo all'espulsione della placenta e mi veniva suturata l'episiotomia.
Dopodiché,c i hanno lasciati soli tutti e tre, finalmente ho tenuto fra le braccia ed ammirato il mio lavoro di mesi.
L'ho accostata al mio seno e lei ha mangiato voracemente, con quei piccoli pugnetti chiusi stretti stretti....
Come era piccola! Mi sembrava di poterla spezzare con un gesto, allora cercavo di non muovermi!
Ma la nostra vera prima ora insieme l'abbiamo avuta verso le 9 del mattino, quando finalmente me l'hanno lasciata accanto per tutto il giorno ed ho potuto cambiarla e vedere i suoi piedini, le sue gambette, era il mio miracolo!
Studiavo tutto il suo corpo, lo avevo creato io con l'amore di mio marito! E' una cosa che, se mi fermo a pensare, mi lascia sempre stupefatta! Uno dei miei primissimi pensieri guardandola: lei prima non esisteva, ora esiste perché è esistito il nostro amore! Che magia! (Vanessa14)
“Ricordo bene quando l'ho visto per la prima volta... era uno scricciolo nudo, tremante e strillava come un matto e io ho pianto di gioia! Quando siamo stati nuovamente insieme, in stanza, lui dormiva e io lo guardavo incantata... per quanto avessi cercato di immaginarlo durante la gravidanza non avrei mai potuto pensare potesse essere così bello e perfetto! Di lì a poco si è svegliato per cui me lo hanno appoggiato sul petto e lui ha cercato subito il seno... che sensazione dolce, meravigliosa! E' stato in quel momento che ho avuto piena coscienza di quanto grande sia l'amore, il legame tra un figlio ed una mamma, un amore immenso, infinito, eterno!” (Estur 78)
Bellissimo, anche se ero terrorizzata
"L'ho sentita piangere, l'ho vista, era tutta sporca di sangue e piangeva, urlava. L'ho guardata per un po' e sono svenuta... poi uscita dalla sala operatoria, arrivata nella stanza, me l'hanno portata. Io non capivo niente...non sapevo cosa devo fare, era talmente spaventata...la guardavo e non potevo credere, l'avevo fatta io, era la mia bimba che fino a pochi minuti fa avevo nella pancia. Dopo una settimana ho realizzato cosa è successo e ora, a distanza di quasi un anno, mi viene da piangere ogni volta che mi ricordo quella sera, la sera quando sono diventata mamma. Bellissimo, anche se ero terrorizzata..." (Onutza)
L'ora più bella della mia vita
“Dopo nove mesi sofferti perché il suo papà non voleva fare il papà e per i primi cinque mesi sono stata sola… finalmente quel giorno mi è stato appoggiato sulla pancia il mio meraviglioso capolavoro Riccardo!!! Come era bello... non aveva sofferto per niente, era tutto rosa e rilassato e guardava me e suo padre che era lì con un aria interrogativa... saranno stati pochi istanti e sono passati 12 anni, ma quel ricordo, quel primo incontro di sguardi è ancora lì nitido come fosse successo ora.
.. Quando l'infermiera me lo ha messo in braccio, se n’è andata per aiutare le altre mamme, dicendomi di aspettare che poi veniva a dirmi che dovevo fare. Io avevo solo 18 anni, ma per istinto ho aperto la mia camicia, l’ho accostato al seno: lui si è subito attaccato e io nel frattempo gli baciavo quelle manine piccole e perfette... L'infermiera è tornata e mi ha sorriso e mi ha detto "bravissima", poi se n’è andata e siamo rimasti soli… l'ora più bella della mia vita”. (Elemj)
Bellissimo, un angelo luminoso sceso dal cielo
“Quando ho visto Marco la prima volta era tutto intubato, purtroppo avevo avuto una sofferenza da parto. Quando l’ho visto ho pensato che fosse bellissimo, un angelo luminoso sceso dal cielo. Occhi grandi, pelle dorata. Quando l’ho visto mi è sembrato che sorridesse. Gli tenevo la testolina. Non riuscivo a parlare, in testa un pensiero: nulla sarà più come prima, ma tutto sarà molto meglio di prima … finora non avevo capito nulla, ecco cos’è il significato della vita. Il papà era al mio fianco, anche lui silenzioso ed emozionato. E’ stato lui a rompere il silenzio: “Che bel cucciolone …,” ha detto. Lacrime di una gioia immensa, lacrime di paura. In quei giorni ho pensato che se gli fosse successo qualcosa, non avrei sopportato il dolore. Diciassette giorni dopo invece Marco è uscito dall’ospedale. I 17 giorni più duri della nostra vita, i dottori mi hanno detto che i neonati hanno una capacità di ripresa che a volte è sovraumana. Ora, nove anni dopo e una sorellina di sei, Marco ‘il cucciolone’ è di là con il papy a guardare il derby. Lo guardo: ha lo stesso viso luminoso e sorridente del primo giorno. Il mio monello è proprio un angelo luminoso sceso dal cielo”. (miriam)
In un attino non c'era più stanchezza, non c'era più rabbia, non c'era più paura, c'era solo lei
“ Ricordo la massa di capelli neri attaccata alla sua testa, la sua pelle tutta rossa, le grinze sulle mani. L'ostetrica ha chiesto a un papà che non avevo mai visto piangere prima di allora, se se la sentiva di tagliare il cordone ombelicale. Il papà ha tagliato con un colpo netto il filo che l'univa al mio utero e finalmente me l’hanno adagiata sulla pancia. Gaia era sporca, di liquido amniotico e sangue, era appiccicosa e grinzosa, ma era bellissima. Aveva uno sguardo deciso, già allora. Non ha aspettato che qualcuno le spiegasse cosa doveva fare, si è attaccata al mio seno e ha iniziato a mangiare. In un attimo, guardando negli occhi quel piccolo esserino che avevo sognato e immaginato per nove mesi, ho scoperto cosa vuol dire amare qualcuno incondizionatamente. Ci vedevamo per la prima volta, ma la sensazione era quella di conoscerla da sempre. In un attimo non c'era più stanchezza, non c'era più rabbia, non c'era più paura, c'era solo lei, che come in un sogno mi accarezzava il petto con tutto il suo corpo. Sentivo il suo respiro, leggero e ritmico. Non mi sono resa conto dei dottori che stavano intorno a me finché non se ne sono andati lasciando noi, la nuova famiglia, nella sala post-parto, a conoscerci e a imparare ad amarci”. (Stefy 104)
Le storie sono tratte dal thread del forum di nostrofiglio.it La magia delle prime ore con mio figlio
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