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Le coliche dei neonati

di mammenellarete - 10.02.2009 - Scrivici

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Uno degli inconvenienti che una mamma deve affrontare da subito dopo la nascita del bambino sono i pianti notturni, unico mezzo di comunicazione in suo possesso per manifestare un disagio. Ma perché il bambino piange? Potrebbe aver fame? Sonno? Sete? O possono essere le coliche?

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Come sostiene la nostra dott.ssa Carabetta, non esiste nessuna relazione tra il mal di pancia del bambino e le coliche; in effetti, possono esserci bambini che presentano questo disturbo ma senza mal di pancia e viceversa, oppure piccolini che presentano entrambi i disturbi.

 

A cosa ricollegare il pianto del bambino? Cosa vorrà dirci?

 

Spesse volte potrebbero davvero essere le cosiddette “coliche gassose” a rendere il bambino irrequieto. Queste si presentano nel primo mese di vita (non bisogna immaginare che l’entità del dolore che sente il piccolo, sia uguale a quella degli spasmi avvertiti da un adulto in caso di coliche), per concludersi verso il quarto/sesto mese; comunque i periodi variano da bambino a bambino.

 

  • presenza d’aria nell’intestino, dovuta soprattutto ad una cattiva modalità di suzione dalla tettarella del biberon o dal seno della mamma;
  • intolleranza alimentare verso alcune componenti del latte;
  • peculiarità caratteriali del bambino (potrebbe essere un po’ nervosetto).

 

Come riconoscere le colichette

 

Abbiamo sottolineato che l’origine e la spiegazione di questo fenomeno non sono certi da un punto di vista scientifico, ma ad aiutare le mamme almeno a riconoscerlo, ci sono alcuni segnali che il bambino manda attraverso i suoi atteggiamenti fisici: tiene i pugni serrati, porta le gambette verso l’addome e comincia a ripetere movimenti di suzione continui come se avesse fame.

 

 

I consigli per le mamme.

 

Ovviamente se l’origine delle coliche dipende da una causa interna dovuta al temperamento del bambino (se è un po’ teso), allora la mamma non può altro che cercare di calmarlo tenendolo un po’ più in braccio, rilassandolo, magari cantandogli una ninnananna e dedicare più tempo a lui. Anche dei massaggi sull’addome con movimenti concentrici, favoriscono la fuoriuscita di eventuale aria presente nel pancino ed aiutano a rilassarlo.

A volte il tutto può dipendere dal cattiva modalità di suzione. In questi casi, bisognerebbe fare attenzione che, durante la poppata, il bebè aderisca bene la bocca al capezzolo (in caso di allattamento al seno) o alla tettarella del biberon, di modo che non introduca aria superflua.

 

Il momento della poppata deve essere avvenire in un ambiente tranquillo e che trasmette calma. Il consiglio del pediatra, è sempre la giusta risposta a questo fenomeno quasi “incomprensibile”, però, intanto, la mamma può provare a rilassarlo (prima di dormire) con un bagnetto in acqua tiepida, con l’aggiunta di qualche sostanza lenitiva come la camomilla.

 

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Foto: Flickr

 

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