Nei piu' piccoli gli adulti tendono spesso a correggere e a inibire le smorfie per favorire da subito l'uso della parola: ''Niente di piu' sbagliato'', afferma l'esperto, "meglio non essere troppo seri e non correggere il linguaggio prima dei tre anni perche' i bambini hanno una vitalità e spontaneità che purtroppo perderanno con la parola e con il pensiero elaborato. Meglio produrre male ma tanto piuttosto che bene ma poco''.
Le boccacce per dispetto, ripicca o disgusto sono quindi assolutamente nella norma da un anno e mezzo-due e fino ai 5-6 anni. Dalla mimica, infatti, si percepisce lo stato di salute del bambino. Quante volte, se ci pensate, abbiamo scrutato gli occhi dei nostri figli per capire qualcosa in più di loro e del loro stato d'animo?
Non rischiamo di castigarli per qualcosa che ci è di estremo aiuto per costruire un rapporto d'amore e di comunicazione che diverte entrambi.
Dopo i 5-6 anni, versi e boccacce diventeranno un chiaro modo per sottolineare con la mimica un concetto ben elaborato ed espresso tramite un linguaggio pressoché corretto. Dalla boccaccia passeranno alla smorfia per poi imparare a fare la pernacchia.
Se anche noi genitori evitassimo di perdere il lato più spontaneo e allegro del nostro modo di comunicare, ne gioverebbero sicuramente anche i bambini.