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La scelta di battezzarla

di Lisa Sorrentino - 25.06.2013 - Scrivici

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Battezzare o non battezzare il bambino? Sarà giusto 'obbligarla' a questo rito? Noi decidemmo di andare in chiesa e optare per il Battesimo. Quando sarà grande deciderà in tutta libertà cosa fare, poi avrà l'intelligenza per accettare quello che per lei abbiamo deciso.

di Lisa Sorrentino

 

Quando sei genitore, ti fai carico delle scelte per tuo figlio e della responsabilità per le sue azioni: si chiama patria podestà.

 

Tempo fa, non ci si sarebbe neanche fatti questa domanda, ma a noi è successo di farcela: sarà giusto battezzare la nostra piccola, oppure finiamo per esercitare su di lei una forzatura, "obbligandola" a questo rito?

 

Domanda lecita, con risposta ovvia: è parte del nostro credo religioso, della nostra fede, quindi per ora sceglieremo noi per lei, così come scegliamo per la sua educazione, per la sua alimentazione, ecc. Quando sarà grande deciderà in tutta libertà cosa fare, poi avrà l'intelligenza per accettare quello che per lei abbiamo deciso.

 

A questo punto decidemmo di andare in chiesa a parlare con il prete e stabilire insieme la data.

 

In quella parrocchia si effettuavano i Battesimi due domeniche al mese, con rito separato dalla Santa Messa per evitare che i bambini potessero spazientirsi. E questa mi sembrò una buona idea, visto che a tutti i precedenti Battesimi a cui avevo assistito ad un certo punto si sentivano solo bimbi piangere. C'era da seguire il corso per quattro settimane, per una sera a settimana alle ore 19.

 

Al primo incontro mi presentai io con la piccola nel passeggino, non avevo a chi lasciarla, e dopo una mezz'oretta, il prete mi richiama consigliandomi di lasciare la piccola a casa perché disturbava l'incontro.

 

Innervosita e non poco, mi allontanai, rimurginando sulle sue parole e il rito che stavamo preparando. Mica era una comunione oppure un matrimonio? Per gli incontri successivi, cercò di andarci mio marito, ma non riuscì ad esserci a tutti.

 

La scelta della madrina fu fatta già prima che nascesse, quindi questo già era deciso.

 

Per i festeggiamenti, optammo per una torta a casa in tardo pomeriggio con tutti gli amici e i parenti, mentre solo noi con la madrina e il fidanzato, andammo a pranzo fuori.

Tutto fu organizzato per evitare che la piccola si stressasse troppo. Il rito era per lei, la festa per tutti gli altri!

 

La mattina ero emozionatissima, lei era alla sua prima occasione ufficiale, e poi come si sarebbe comportata tra tante persone?

 

Sembrava una principessa delle nevi nel suo bel vestitino e cappottino (aveva tre mesi ed era fine novembre). In chiesa è stata tranquillissima, sveglia, attente, curiosa e partecipe con tanti sorrisi. Il prete inizia la cerimonia del Battesimo chiamando uno a uno tutti i bambini che accompagnati dai genitori e la madrina si recano sull'altare per il tipico lavaggio della testa.

 

Il parroco chiama noi, arriviamo all'altare, mi chiede il nome della piccola che sto presentando, e io, con lunghissimi 5 secondi di silenzio, cerco di ricordare il nome di mia figlia, fino a quando non mi viene sussurrato da mio marito in un orecchio! Quando ancora oggi lo racconta si fa certe risate. Ebbene si, sul più bello, non mi ricordavo il nome di Sonia!

 

La cerimonia si concluse con l'accensione della candela simbolo di nuova Luce nella vita della piccola, da parte del papà!

 

La sera a casa poi, dopo le rituali foto, abbiamo condiviso con amici e parenti ore in serenità, e la nuova pecorella nel gregge della cristianità.

 

Che scherzi gioca l'emozione!

 

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