I luoghi affollati sono l’ambiente più comune in cui il virus può facilmente diffondersi. Può anche trasmettersi attraverso il contatto con mani, oggetti: i virus in genere sopravvivono per circa tre ore, in cui hanno il tempo di moltiplicarsi.
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Come si fa a riconoscere quando il bambino ha il raffreddore? Il nasino cola ed il muco da liquido, pian piano, diventa sempre più denso; la sua pelle sotto al naso diventa arrossata. A volte queste reazioni possono essere accompagnate da febbre, tosse, mal di gola ed occhi rossi ed il respiro risulta molto difficoltoso e rumoroso. In caso di raffreddore la febbre può durare solo qualche giorno (2 o 3 giorni); l’infiammazione, invece, circa una settimana. Il fastidio che permane per più tempo è la tosse (anche 2 o 3 settimane). A volte, però, non si parla di raffreddore, ma di congestione nasale che comporta starnuti frequenti, naso chiuso e respiro pesante. Questo fenomeno può essere anche dovuto alla temperatura ambientale abbastanza elevata; è bene dunque regolarla a massimo 20°C.
Come si previene il raffreddore
Ecco i metodi da adottare per curarlo. Bisogna tenere pulito il naso del bambino con il lavaggio della cavità nasale, per evitare che il muco si accumuli, soprattutto nei neonati che vengono allattati al seno: se il naso è chiuso il piccolo non riesce a respirare bene durante la suzione, visto che anche la bocca è occupata ed aderisce completamente al seno.
Quindi, questo tipo di pulizia è consigliata in genere prima dei pasti, per liberare il nasino e favorire la respirazione. In commercio ci sono le fialette di acqua fisiologica già pronte. Anche le gocce decongestionanti sono efficaci, ma bisogna moderare il loro uso perché possono dare assuefazione. Umidificare l’ambiente è l’altro accorgimento che facilita la respirazione ed è molto utile anche per la tosse.
Ciò che bisogna assolutamente evitare - Antistaminici: non hanno effetto sui virus; - Antinfiammatori: usarli solo in caso di febbre, mal di gola o dolori muscolari; - Antibiotici: curano solo le infezioni batteriche e non virali; - I farmaci usati dagli adulti: nei bambini potrebbero comportare effetti collaterali.
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