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Il provvedimento del bonus bebè, inserito in fretta e furia nella finanziaria 2006, non era stato chiaramente illustrato alle famiglie, infatti, nella lettera firmata dal Presidente del Consiglio e inviata nelle case italiane, si diceva che bastava compilare un’autocertificazione e passare all’ufficio postale a ritirare i 1.000 euro. A quanto pare non era esattamente vero e a distanza di 5 anni, nei giorni estivi, è arrivata l’amara sorpresa: lo Stato richiede indietro il denaro con una multa di 3000 euro per aver dichiarato il falso.
Le associazioni di consumatori invitano a non pagare i 3.000 euro subito, in quanto, leggendo il testo della lettera, si evince che solo dopo l'inizio di un procedimento legale a carico di chi ha beneficiato indebitamente dei 1.000 euro, in cui il giudice ne accerti la colpevolezza, il contribuente dovrà pagare i 3.000 euro di sanzione. Durante il procedimento bisognerà portare le memorie difensive contenenti i motivi che hanno indotto in errore il contribuente.
Nella lettere recapitata in questi giorni da parte del Ministero, si legge che si possono inviare alla Ragioneria scritti difensivi e documenti, entro 30 giorni dal ricevimento della stessa.
Se il cittadino aveva effettivamente diritto al bonus un'opzione, se pur non sicura, può essere quella di mandare una raccomandata A/R alla Ragioneria che ha inviato la lettera di contestazione, richiedendo la prescrizione. In pratica, se sono passati 5 anni dalla data in cui è stata presentato l’autocertificazione alla data di ricevimento della lettera ministeriale.
Se quanto contestato dallo Stato è corretto, bisognerà purtroppo restituire i 1000 euro e pagare la multa di 3000 euro.
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