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L’identità sessuale dei bambini

di mammenellarete - 09.03.2009 - Scrivici

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Secondo la tradizione popolare, se la pancia della mamma è a punta molto probabilmente nascerà un maschietto, sarà femmina se il pancione si presenta tondeggiante. Come invece i bambini percepiscono il loro essere maschio o femmina?

Un bambino dalla nascita fino ai circa due anni, non ha la minima consapevolezza della differenza di sesso, non concepisce la sua identità: non sa che vuol dire essere maschietto o femminuccia e non gli passa per la mente di dovere comportarsi secondo l’una o l’atra identità.

 

Scoprirà tutto con il passare del tempo quando comincerà a fare le sue esperienze, a capire i sentimenti e a concepire la differenza.

 

Tra i 18 e 24 mesi, comincerà pian piano ad esplorare il corpo e a scoprire le diversità fisiche. In questo periodo giocano un ruolo molto importante le parole dei genitori, quando accennano a certe frasi come “queste sono cose da femminucce”, oppure “sei maschietto, non devi piangere”: in questi casi, i bambini assumono facilmente informazioni e cominciano a capire la differenza. Ma i genitori non dovrebbero prendere posizioni nette a riguardo, contribuendo a formare l’identità sessuale del bambino.

 

 

Il periodo tra i due e i cinque anni è considerato un momento importante per la vita del piccolo: comincia ad avvertire la differenza, a provare amore per il genitore di sesso opposto e, alcune volte, invidia per il genitore dello stesso sesso.

 

Questi, come intendeva Freud, sono i cosiddetti complesso di Edipo (per il maschi) e complesso di Elettra (per le femminucce). Nel primo caso i maschietti sono innamorati della mamma e vedono nel padre un nemico, provando invidia nei suoi confronti. Nel caso del complesso di Elettra, avviene la stessa cosa, ma nelle bambine: amore per il padre ed invidia per la madre.

 

I giocattoli e gli oggetti utilizzati sono uno strumento fondamentale che lasciano capire il significato dei comportamenti dei bambini. Può succedere che un maschio, fino all’età di cinque anni, sia attratto da una bambola o un bambolotto. Questo succede spesso perché il maschietto si identifica con il bambolotto, quindi con un’identità maschile.

 

La scelta dei giochi (da femminuccia o da maschietto) non costituiscono una discriminante fondamentale per la formazione dell'identità sessuale.

 

Quali i consigli per i genitori?

 

 

Utilizzare un linguaggio troppo netto, come ad esempio il “non comportarti da femminuccia” può trasmettere un messaggio di identità sessuale al bambino che influenzerà la sua idea di maschio o femmina incidendo anche sulla repressione di sentimenti e sensazioni. È importante anche stimolare la sua socializzazione al di fuori della famiglia, di moda che possa valutare più figure maschili e femminili ed avere una coscienza più ampia dell’identità.

 

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