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“Non tutte le ciambelle escono col buco!” A volte questo detto vale anche per i bambini.
Purtroppo per noi mamme è difficile ammetterlo se si tratta dei nostri figli. Finché dobbiamo criticare figli di amici, conoscenti o parenti siamo sempre pronte e non ci facciamo scrupoli, ma se poi guardiamo in casa nostra, i nostri figli, la cosa diventa più difficile.
Di sicuro ci facciamo noi stesse mille perplessità, poiché quel bambino non perfetto l’abbiamo creato noi. Come abbiamo potuto non farlo super intelligente, super bello, sportivo, con doti eccezionali, insomma come abbiamo potuto sbagliare?
Non è stato uno sbaglio.
I figli non sono come i vestiti che si vanno a scegliere secondo i propri gusti. Loro nascono dall'incrocio di mamma e papà, ma spesso capita che prendano delle caratteristiche anche dagli antenati: zii, nonni o cugini.
Ovviamente ognuno ha il proprio carattere e questo è nostro ed esclusivo. Spesso cambia con l’educazione o con le esperienze che facciamo nella vita. Tutti contribuiscono a far crescere il carattere dalla famiglia, alla scuola, agli amici, ai vicini, ai parenti e persino anche gente che incontriamo occasionalmente. Tante mamme che si ritrovano un figlio timido sono costernate perché il loro bambino non è un leader.
Forse abbiamo dimenticato che l’importante non è che lui sia il primo in qualcosa (scuola, sport, amici) ma che lui sia felice di ciò che è. Aiutarlo ad accettarsi dovrebbe essere il dovere di genitori, i quali a volte invece si accaniscono a volerli cambiare.
Quante volte si vedono genitori che litigano con gli allenatori perché il loro figlio viene messo da parte. A volte accettare la realtà è difficile, soprattutto se la realtà è che tuo figlio non è per nulla portato per quello sport o addirittura non lo è per qualunque tipo di sport.
I genitori scordano che il loro compito è solo quello di crescerli e di aiutarli a realizzarsi in ciò che più desiderano. E’ inutile perseguitare allenatori o insegnanti.
Apriamo gli occhi!! Impariamo a guardare i nostri bambini con occhi oggettivi. Impariamo ad ascoltare i loro sogni e i loro desideri, che spesse volte non coincidono con i nostri.