Era una mattina come molte altre.
Sveglia alle sei, colazione, prepara il pranzo per il marito, prepara il piccolo cucciolo per andare dalla nonna e preparati per andare a lavoro. Già il lavoro. Maledizione non ho voglia di andare a lavoro.
Ho le lacrime ed il magone, so già che colleghi e responsabile (quasi tutti uomini) mi faranno girare le scatole tutto il giorno per il fatto che sono stata via tanto a causa della maternità.
La testa è sempre là anche quando sono a casa. Tra le mille cose da fare penso che andare a lavorare è sempre più faticoso e stressante.
Quella mattina imbocco la strada del lavoro, guido per inerzia, in strada non c'è nessuno.
All'improvviso dal nulla una vocina: "MAMMA!!"
Faccio un salto dallo spavento, mi giro di scatto e mi accorgo che mio figlio è lì, sul suo seggiolino, pronto per andare da nonna.
Ma come? Dove cavolo sto andando? Ma non l'avevo già portato? Dove ho la testa? Oddio e se si fosse addormentato fin dove sarei arrivata?
Torno indietro e vado a lavorare con le lacrime.
Sarebbe potuta essere una tragedia.
Sono una mamma attenta come tutte noi e come molte con un carico di lavoro e stress addosso che a volte diventa troppo.
Se mio figlio quel giorno si fosse riaddormentato, come spesso capitava, non so fin dove sarei arrivata.
di mamma Elisa
P.s. poco dopo, al lavoro, hanno trovato il modo di licenziarmi. Ma va bene così.
Ora ho tre figli con uno stipendio. Non è semplice ma c'ho guadagnato in salute mentale.
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