va all'asilo"...
E poi arriva quella mattina... squilla il telefono e i carabinieri ti dicono che hanno bisogno di parlarti. Il mondo si ferma... ti dicono che nell'asilo del tuo bambino ci sono stati episodi di maltrattamenti, ci sono dei filmati... il cuore si ferma... ti fanno domande e tu inizi a collegare... parole,episodi, sguardi e frasi dette a metà... ma non ti dicono tutto, non si può... Tu che sei il genitore non puoi sapere tutto... non puoi vedere i filmati...
Esci e ti rimangono mille domande che ti fanno scoppiare la testa, il cuore...
Ti dicono che se tuo figlio è sereno è perché non ha subito le cose peggiori... e che comunque lì c'erano forse degli angeli umani e non, che lo hanno protetto in qualche modo...
Il giorno dopo leggi la notizia sul giornale, con molti più particolari di quelli che ti avevano fornito, al tg vedi le immagini che TU GENITORE, non puoi vedere, e riconosci tuo figlio, il cucciolo che seduto lì al tuo fianco sta giocando... non capendo fortunatamente tutto ciò che sta accadendo...
Telefonate, centinaia di telefonate, tra i genitori di queste piccole vittime che non sanno spiegare l'orrore di quello che hanno vissuto e visto, genitori che si stanno logorando con sensi di colpa, e mille domande, che sono soli e cercano di darsi forza e di cercare una via d'uscita e soprattutto di dare GIUSTIZIA e voce a questi cuccioli che come altre categorie andrebbero tutelate in ogni modo.
Io guardo mio figlio, lui sembra sereno, e questo mi tranquillizza. Forse loro sono più forti di noi...
Mi continuo a ripetere che non potevo immaginare, lui entrava e usciva sempre con il sorriso, non c'era nessun segnale. Ma questo non fa diminuire il senso di colpa.
Episodi del genere non dovrebbero esistere. Non ci sono parole. Ora possiamo solo prendere per mano i nostri bimbi e ripartire, cercando di proteggerli ancora di più, con la consapevolezza che la crudeltà può essere ovunque.
di A.
(storia arrivata come messaggio privato sulla nostra pagina facebook)
Per rispetto dei bimbi e degli altri genitori chiamati in causa, la mamma in questione preferisce rimanere anonima e non specificare l'asilo dove si sono verificati gli abusi. La redazione ha verificato la veridicità della storia.
Articoli correlati: