Pioverà, ma non ci saranno tuoni. D’altra parte non ci sono mai, qui. Non farà neppure freddo, perché siamo comunque in giugno. Loro arriveranno, con borse piene di regali. Giochi soprattutto per i nipoti. Si rallegreranno della pioggia. In Inghilterra piove sempre e non sono abituati al caldo estivo di questa parte del continente.
I bimbi salteranno in braccio a loro, i nonni inglesi, e chiederanno “What shall we play?” “A cosa giochiamo?” Si metteranno gli stivaletti e la giacca per la pioggia e faranno una corsa in giardino. Rientreranno in casa. Si asciugheranno e insieme costruiranno una torre con i cubetti del Lego. Forse leggeranno un libro o due. Poi basta.
Per un po’ non faranno nulla insieme, nipoti e nonni.
Per tanto tempo, ogni volta che arrivavano a trovarci i nonni paterni, mi sono chiesta perché. Perché non sono a disposizione dei miei figli e dei loro giochi sempre? Giocano un po’ con loro. Poi però si dedicano a conversazioni adulte. Chiedono di noi, del lavoro, della nostra vita qui. Se mai torneremo in Inghilterra. Se, insomma, un cane lo prendiamo oppure no. Raccontano della situazione economica della loro England. Di Theresa May. Della tensione degli ultimi giorni. Del fratello che si è trasferito in Australia. Dopo, e solo dopo, tornano a giocare con i nipoti.
Uscendo con amici anglofoni, ho presto capito che loro fanno così. Lasciano ai bambini il tempo di annoiarsi.
Loro, genitori e nonni, nel momento del gioco, sanno anche mettersi da parte. Lasciano che la noia arrivi. Non si preoccupano che se ne faccia esperienza. Perché la noia è passeggera, come le nuvole che coprono il cielo inglese. Dicono. Passerà, e arriverà qualcosa di bello, dalla testolina dei bimbi. Pioverà ma non ci saranno tuoni. I bambini non chiederanno ai nonni paterni di giocare con loro tutto il tempo. Sanno che il nonno li farà ridere di nuovo.
Che la nonna disegnerà con loro. Il loro turno arriverà, quando i nonni avranno finito di parlare un po’ con daddy, che non vedono da alcuni mesi. Loro, i piccoli, si prenderanno per mano e andranno nella loro tenda. Indosseranno i loro cappelli da pirata e impugneranno i loro uncini. Salperanno per nuove avventure. Con la fantasia si può fare tutto.
Poi saranno stanchi di navigare gli oceani. Deporranno i loro cappelli e forse si annoieranno un po’. Che male c’è? Io sarò a bere un caffè con un’amica, che non vedo da tempo. Che male c’è?
di Valeria Camia
Mamma di due bimbi, con un marito sempre in viaggio per lavoro, scrive delle sue avventure e disavventure giornaliere in Svizzera
http://mammaimpara.blogspot.ch
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