L'Italia è uno dei paesi dove l'obiettivo dell'ONU di eliminare qualsiasi tipo di punizioni corporali verso i bambini entro il 2009 è fallito.
Vietare per legge qualsiasi tipo di correzione fisica verso i più piccoli, comprese quelle di mamma e papà: questo ciò che si è cercato di raggiungere, ma sembra sia ancora un'utopia.
Passi avanti ce ne sono stati, come in USA, dove da 300 mila ragazzi percossi a scuola nel 2002 si è scesi a 200 mila ma rimane una fascia salda di Stati in cui questi metodi educativi sono permessi. Gli Stati Uniti infatti non hanno ratificato la Convenzione per i Diritti dell'Infanzia, e in 21 stati le percosse a scuola sono attuate di norma, mentre nessuno si permette di negare il "diritto" ai genitori di picchiare i figli per motivi educativi.
Si tratta di questione di mentalità: l'educazione dei figli, e i metodi usati, è un affare famigliare, di fronte al quale pochi legislatori si permettono di aprir bocca.
In Italia è ormai accettato che a scuola i bambini non possano esser toccati, mentre lo schiaffo o la sculacciata di mamma e papà sono considerati sacri e intoccabili.
Si tratta anche di una questione di alternative: in Svezia le punizioni corporali sono state vietate 30 anni fa, quando l'80% dei genitori era a favore di un'educazione che prevedesse gli scappaccioni, mentre adesso solo il 5% li ritiene accettabili; questo ribaltamento però è avvenuto grazie al training di supporto fornito alle famiglie e alla popolazione in generale che ha permesso di cambiare mentalità e pratiche. In Kenia ciò non è avvenuto: anche se il divieto è entrato in vigore 8 anni fa le punizioni corporali vengono usate ancora regolarmente, proprio perchè non c'è una consapevolezza dei genitori rispetto alle alternative educative.
mammenellarete