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"Prima di tutto- ha affermato - una richiesta del genere non ha niente a che vedere con carenze affettive" , per questa ragione possiamo decidere di dire no senza troppi sensi di colpa, infatti, "Pensando alle numerose occasioni nelle quali un genitore si trova in dovere di dire dei NO ai figli, questa non è tra le più difficili da affrontare. Anche i bambini, infatti, possono comprendere chiaramente le difficoltà contingenti che impediscono, a volte, di accogliere un animale domestico in casa."
Per responsabilizzare il bambino, continua la dott.ssa Francesca Pezzali "va innanzitutto spiegato che l’animale non è un giocattolo, un semplice oggetto in grado di muoversi. Si tratta di un essere vivente con delle caratteristiche specifiche, un suo temperamento e delle sue esigenze. È bene affidare al bambino, sin da subito, la responsabilità di alcune incombenze, proporzionate naturalmente alla sua età e alle sue competenze: assicurarsi che l’animale abbia sempre acqua a disposizione, oppure di occuparsi una volta al giorno del pasto ecc. I genitori devono sempre tenere a mente, comunque, che l’entusiasmo iniziale tenderà a diminuire senza che questo modifichi l’affetto per l’animale.
I buoni e sinceri propositi del bambino saranno spesso dimenticati non per disinteresse, ma per la natura stessa del bambino, che è in continua crescita ed evoluzione ed ha bisogno di cambiare spesso oggetto di interesse. Non sfoderiamo, però, il famoso “te lo avevo detto che alla fine avrei dovuto occuparmene io..” Anziché sostituire il bambino nella cura dell’animale, affianchiamolo così da aiutarlo a sperimentare che la pazienza si allena e la noia e la stanchezza si possono superare"
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